Pugni dopo la partita, parola al Csi:
mai più, ma non fomentiamo razzismo

Ha passato la nottata in ospedale, dopo essere svenuto sul campo dove aveva disputato una partita di calcio perché tramortito da un colpo sferratogli da un giocatore della squadra avversaria.

Ma ora sta bene: S. G., 36 anni, giocatore del Martinengo, colpito al volto con un pugno al termine della partita di campionato del Csi tra la sua squadra e la compagine Costa d’Avorio al centro sportivo di Azzano San Paolo, è stato dimesso lunedì mattina 8 dicembre dall’ospedale Bolognini di Seriate. I medici hanno escluso la frattura dello zigomo, ma mercoledì 10 verranno fatti ulteriori accertamenti anche per escludere eventuali microfratture.

Non sono ancora ben note le cause che possono avere scatenato un simile gesto e se D.S., il giocatore ivoriano che ha colpito con un pugno S. G., abbia sferrato il colpo perché provocato o meno dall’avversario. Subito dopo l’accaduto le versioni sui fatti erano infatti molto differenti.

«Quanto accaduto non rientra certo nelle buone norme che noi come Csi cerchiamo di diffondere - ha affermato Vittorio Bosio, presidente del Csi -. Faremo degli accertamenti sul caso per capire bene cosa è successo e cosa può aver scatenato una reazione simile». Il presidente Bosio ci tiene però a precisare che un’azione come questa anche se non dovrebbe verificarsi, può capitare a chiunque e bisogna evitare che episodi simili divengano il mezzo per fomentare sentimenti razzisti».

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