Quattro giorni assediati dalla neve

Quattro giorni assediati dalla neveUna comitiva di Ardesio è stata bloccata dal rischio valanghe in Trentino

La notte di San Silvestro l’hanno trascorsa a casa, ma hanno rischiato di passarla sulle Alpi, bloccati dalla neve e soprattutto dal pericolo valanghe che incombeva a causa delle abbondanti precipitazioni.

Disavventura per una comitiva di Ardesio e Valcanale, che per quattro giorni non ha potuto lasciare il rifugio Trivena – a quota 1.650 metri, in Val Breguzzo, nel parco naturale Adamello-Brenta, in Trentino – dov’era andata per trascorrere due giorni di preghiera e vacanza.

I giovani, trenta in tutto, si trovavano sulle Alpi trentine insieme a tre adulti, tra i quali il parroco di Santa Maria Assunta di Valcanale, don Marco Arnoldi, a capo del gruppo: erano arrivati sabato 27 e sarebbero dovuti ripartire lunedì 29, ma le cattive condizioni del tempo li hanno trattenuti.

«In due giorni – spiega don Marco, che guidava la comitiva – è sceso un metro e venti di neve e tutti ci sconsigliavano di muoverci per il pericolo di valanghe». Così la vacanza è stata per forza prolungata fino a mercoledì, ultimo giorno dell’anno, quando la comitiva bergamasca e un’altra coppia di turisti sono stati portati a valle grazie all’intervento dell’elicottero.

Sette i voli compiuti dai soccorritori per raggiungere il rifugio e poi portare fino quasi al paese i giovani, che hanno un’età compresa tra i 15 e i 18 anni.

«Eravamo saliti al rifugio per trascorrere due giorni di preghiera – confida il parroco di Valcanale –, ma anche di slittate e divertimento. Sabato scorso c’erano trenta centimetri di neve, ma poi ha iniziato subito a scendere ancora ed è stato un disastro».

Sia il gestore del rifugio, Dario Antolini, sia il capo del Soccorso alpino di Tione, Fulgido Ferrari, che fa parte anche della commissione valanghe della zona, hanno vietato al gruppo bergamasco di scendere. La strada che collega il rifugio Trivena al fondovalle è infatti pericolosa dopo forti nevicate, in quanto rischia di diventare una trappola per le valanghe.

Per questo, dopo aver valutato ogni giorno la situazione, gli accompagnatori della comitiva non hanno mai avuto il benestare per scendere a valle.

«Fortunatamente al rifugio non mancavano i viveri – spiega don Marco – e noi, grazie al telefono, siamo riusciti ad avvertire tutte le famiglie del prolungamento forzato della vacanza».

Mercoledì 31, però, la permanenza al rifugio iniziava a diventare un po’ troppo lunga e così, dopo un giro di telefonate, è stato deciso di far alzare in volo l’elicottero.

Per la maggior parte dei ragazzi è stata una vera e propria avventura, dato che era la prima volta che mettevano piede su un velivolo di questo genere. Ci sono voluti ben sette voli per portare tutti a valle. Ad attendere la comitiva c’era un pullman.

«Era la prima volta che venivamo in Trentino d’inverno – conclude il parroco, don Marco – e vista l’avventura probabilmente sarà anche l’ultima». Ma la sua, è evidente dal tono, è solo una battuta, dato che per i ragazzi non c’è stato alcun problema e non hanno corso rischi.

La comitiva è rientrata ad Ardesio nella serata di mercoledì, giusto in tempo per salutare l’arrivo del nuovo anno e raccontare alle famiglie e agli amici la vacanza prolungata, le abbondanti nevicate e il volo in elicottero per lasciare il rifugio di Breguzzo, nella zona delle Alpi Retiche. Per i ragazzi dell’alta Valle Seriana più che una disavventura, è stata un’avventura.(02/01/2003)

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