Raffica di supermulte: 200 in Lombardia, 8 in Bergamasca

Altro che introduzione soft. Al primo vero banco di prova (lunedì 1° novembre non era probante perché festivo), la supermulta da 25 euro per chi non ha obliterato il biglietto ha già fatto «strage»: quasi 200 contravvenzioni in Lombardia nella sola giornata di martedì.

«Un bilancio desolante – spiega il segretario regionale Fit-Cisl Dario Balotta – che conferma il carattere punitivo e non certo educativo del provvedimento e mette a nudo una carenza importante: la rete di vendita è congestionata e non regge la domanda». In effetti i numeri nelle varie tratte provinciali delineano quasi un «bollettino di guerra»: «Per informarsi, il sindacato ha fatto il giro dei depositi del trasporto del locale – premette Balotta – scoprendo che nel Milanese si sono contate 60 multe, nel Bresciano 21, nel Cremonese 12. Poi arriva la Bergamasca, che in fondo limita i danni: solo 8 contravvenzioni, seguita dalle 5 di Lecco, le 3 di Varese, le 2 di Pavia e una soltanto a Sondrio». In tutto 112 ammende, che però non rappresentano il numero totale, «dato che – prosegue il segretario Fit-Cisl – ci sono stati 80 verbali che non sono stati pagati: molti passeggeri infatti hanno potuto salire sul treno all’ultimo minuto (non dimentichiamoci anche le difficoltà seguite alla soppressione di alcuni treni a causa del fulmine caduto sulla Brescia-Bergamo) e non hanno trovato giusto il provvedimento. Ora, oltre alla multa verrà loro recapitata pure una sovrattassa».

Numeri che Trenitalia non conferma alla lettera («il bilancio finale si fa solo a fine mese», spiega una fonte interna), ma poi ammette che «nella giornata del 2 novembre sono state comminate circa un centinaio di multe, mentre sui soli verbali non si può fare una stima. Sono cifre che si commentano da sole se rapportate a 1.200 treni che circolano in Lombardia, per un totale di 350 mila viaggi giornalieri».

Sarà, ma anche se sul totale dei passeggeri il numero di contravvenzioni effettivamente fa un effetto relativo, per i pendolari si tratta comunque di un brutto segnale. «L’azienda – spiega il portavoce dei pendolari ferroviari bergamaschi, Gianluigi Mologni – con questa grancassa delle multe forse cerca di distogliere l’opinione pubblica dai problemi reali e purtroppo cronici del trasporto su rotaia». Mologni li riconduce a tre punti essenziali: «Il primo – attacca – riguarda la qualità dei servizi: continuiamo a viaggiare su treni vecchi, che spesso assomigliano a carri bestiame, tanto siamo stipati, visto che anziché su nove carrozze siamo obbligati a viaggiare su 6-7 vagoni stipati come sardine. La seconda emergenza riguarda la sicurezza, con casi anche delicati che vanno dagli impianti di aria condizionata in estate ai portelloni cabina che collegano un vagone all’altro. La terza, infine, sempre drammatica, è la pulizia, ed è sotto gli occhi di tutti».

Ma Mologni fa anche autocritica e, forse anche in riferimento all’incontro di ieri tra i suoi colleghi del comitato e l’assessore comunale alla Viabilità Carlo Fornoni, dichiara: «Forse dovremmo cercare di fare meno summit col Palazzo e concentrarci su iniziative che coinvolgano di più i passeggeri, anche su questo caso delle supermulte: il comitato era nato proprio con l’intento di stare con la gente e tra la gente».

(04/11/2004)

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