Sla, tagli e tanta burocrazia
I malati non possono aspettare

«Quando si parla di Sla, ci si ricordi anche di chi sta accanto ai malati, che hanno bisogno di assistenza continua, costante, e il più rapida possibile: i loro cari, che spesso spendono ogni minuto della loro giornata per assisterli, non possono aspettare i tempi della burocrazia».

«Quando si parla di Sla, ci si ricordi anche di chi sta accanto ai malati, che hanno bisogno di assistenza continua, costante, e il più rapida possibile: i loro cari, che spesso spendono ogni minuto della loro giornata per assisterli, non possono aspettare i tempi della burocrazia né perdersi dietro innumerevoli procedure per ottenere aiuti e sostegni. Per molti , il taglio dei fondi per la grave disabilità è stata una difficoltà in più, una grande difficoltà. Ora, visto che si vogliono “tamponare” questi tagli con contributi e assistenza fornita ai Comuni non si perda tempo. Gli aiuti devono arrivare subito, queste persone non possono aspettare».

Nives Patelli, sposata Rizzi, solleva la questione a buon diritto: di Sla, e della sofferenza che porta purtroppo ne sa parecchio; ha perso il marito Pier Antonio il 6 marzo scorso, a 60 anni, e meno di due mesi fa, a novembre, il cognato Fausto, a 59 anni. Due fratelli colpiti a poca distanza l’uno dall’altra dalla stessa devastante patologia.

«Mio cognato, peraltro, viveva anche con la madre ultranovantenne malata di Alzheimer. E la notizia dei tagli ai fondi di sostegno per malati con grave disabilità è arrivata quando ormai mio cognato non respirava quasi più - continua Nives - . Una batosta: quando si ha un malato così in casa, e io ne ho seguiti due, a poca distanza l’uno dall’altro, poter contare su un aiuto economico è fondamentale».

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