Spazi dimenticati da far rinascere
«Ex, la città si racconta». Il video

Le aree abbandonate della città sono come buchi neri nella memoria collettiva della comunità. Eppure dietro l’abbandono c’è sempre una storia, oltre il silenzio c’è sempre un cuore che batte. La riqualificazione di queste aree, ormai sempre più numerose, passa anche dalla loro riscoperta.

Ne è convinta Zenith, l’associazione culturale di ricerca e riattivazione del territorio, che domenica ha presentato allo Spazio Giovani Edoné di Redona, il progetto «Ex- la città si racconta», che ha l’obiettivo di andare a scoprire le aree dismesse della città per raccontare le storie che possono nascere al loro interno, rileggendo la città e i suoi spazi per poi infine portare avanti progetti di riqualificazione urbana al fine di riutilizzare queste aree come luogo di aggregazione e di incontro.

«Il progetto Ex può essere considerato un laboratorio urbano suddiviso in due parti: una relativa alla mappatura del territorio e l’altra in cui presentiamo un documentario video sulle aree dismesse e su come vengono vissute dalla cittadinanza» spiega Paolo Bianchi di Zenit, associazione nata nel 2014 e composta da una quindicina di ragazzi tra i 15 e i 25 anni.

Il video documentario di 12 minuti dal titolo: «Ex- luoghi rimossi», nasce invece come anteprima per la realizzazione di un film di un’ora sulla storia di aree abbandonate della nostra città. Il cortometraggio mostra cinque storie differenti di luoghi dismessi descritti attraverso gli occhi di persone che li hanno vissuti.

Cinque quindi le storie raccontate: un rifugio antiaereo esplorato dal gruppo speleologico bergamasco Le Nottole; Cascina Ponchia, occupata illegalmente come gesto di riappropriazione di un luogo; l’ex convento delle Clarisse di Boccaleone che è stato occupato per diventare rifugio di numerosi senzatetto, descritto attraverso gli occhi e le parole di Servizio Esodo che si occupa di aiutare le persone che vivono per strada; il muro della palestra di via Codussi, riqualificato dal gruppo di street art «Pigmenti»e infine l’ex Diurno in Piazza Dante, un vecchio rifugio antiaereo degli anni ‘40, un luogo che è divenuto spunto di riflessione dell’architetto Davide Pagliarini di «New landscapes»,

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