Sul Sentierone «spento» dall’Asl le bancarelle «illuminano» l’arrivo di Santa Lucia

Manca un giorna a Santa Lucia e, come è tradizione, il centro della città, dal Sentierone a via XX Settembre, si è riempito di bancarelle. Saranno loro, in questi giorni a «illuminare» il centro che le regole di sicurezza fortemente restrittive dettate dall’Asl, contribuiscono a tenere più spento rispetto agli anni precedenti.

Un problema, questo dell’illuminazione, che già si era presentato lo scorso anno, ma non sono bastati 12 mesi per trovare una soluzione adeguata. Niente di male: Santa Lucia e Natale brilleranno anche senza le lampadine. Anzi, brilleranno di più, visto che i soldi risparmiati per le luminarie, verranno destinati agli alluvionati rimasti senza casa. A creare l’atmosfera natalizia, di festa e di shopping, ci penseranno, dunque, loro, gli ambulanti delle bancarelle con il tradizionale mercatino di Santa Lucia.

Il Natale più buio di Bergamo «rischia» comunque di diventare anche l’inizio di un futuro decisamente più luminoso. Perché i commercianti, messe da parte a tempo di record le polemiche sugli impianti del 2002, hanno deciso, tutti assieme (Borgo Palazzo, borgo Santa Caterina, via Quarenghi, borgo San Leonardo, Bergamo Ovest, via Mai e via Quarenghi) di ripartire da zero, compatti, per lavorare su un nuovo progetto nel 2003. Insomma, toccato il fondo, hanno pensato che, forse, è arrivato il momento di ricostruire.

Anche se, tutto sommato, di responsabilità sull’assenza delle luminarie loro non ne avevano. Perché, nei mesi scorsi, hanno fatto di tutto per montare i soliti impianti, solo che, di aziende con le luci a norma, non ne hanno trovate. «Adesso - ha spiegato Giulio Poli, dell’associazione Bergamo Ovest, durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi pomeriggio - bisogna pensare all’anno prossimo. Anche perché alla fine i clienti chiedono conto a noi come mai la vie non sono illuminate. Per questo abbiamo contattato l’Accademia Carrara, affinché nei prossimi mesi studi un piano per l’illuminazione natalizia del 2003 che si adatti alle caratteristiche di ogni strada e che, non serva, solo ad animare la zona di notte, ma rappresenti anche una bella decorazione di giorno, una vera e propria attrazione artistica». Dall’Accademia è già arrivato un sì incondizionato: «Già nelle prossime settimane - ha aggiunto il vice-direttore Salvatore Faci - inizieremo a occuparci del progetto e per la primavera potremmo disporre di uno studio di massima che però dovrà essere approvato, non solo dalle istituzioni, ma anche dalla cittadinanza. È arrivato il momento che l’arte contemporanea si avvicini alla società. Qualche passo avanti è già stato fatto con la collaborazione sul parco di via Goethe, adesso questa iniziativa, ma soprattutto la specializzazione di arte urbana che avvieremo nei prossimi anni, rappresentano delle ulteriori occasioni per ottenere buoni risultati». Già collaborazione: in fondo la parola chiave per risolvere certe situazioni è questa. «Al progetto - aggiunge Luigi Salvi dell’Associazione Borgo Palazzo e le sue botteghe - dovranno necessariamente aderire anche il Comune, la Camera di Commercio e l’Apt. Non è pensabile che il decoro della città sia lasciato solo ed esclusivamente sulle spalle dei commercianti. Da parte nostra stiamo cercando una maggiore coesione e forme di rappresentanza unitarie che agevolino anche i rapporti con le istituzioni, non solo in materia di luminarie». Questo il futuro.

In attesa dei progetti per il 2003, dall’Asl arriva però un ulteriore chiarimento: «Il 4 ottobre - si legge in un suo comunicato - l’Asl ha inviato al Comune di Bergamo le linee guida (ma assolutamente nessuna prescrizione), per realizzare secondo norme di buona tecnica, le luminarie. Si è così rispettato un impegno di supporto, assunto, sia con il Comune di Bergamo che con le associazioni dei commercianti, l’anno precedente dopo i problemi legati ai noccioli. Si è svolto, si ripete, semplicemente un ruolo di supporto, non un atto dovuto, perché le normative in materia sono leggi che devono essere conosciute da tutti gli uffici tecnici degli enti così come dalle ditte installatrici che operano nel settore. L’Asl era certa, in questo modo, di aver favorito da una parte Comune e Associazioni di categoria e, dall’altra, di aver tutelato i cittadini. Il 4 ottobre sembrava una data più che utile per stipulare contratti con le ditte installatrici. Soprattutto perché le stesse ditte installatrici, sia pure informalmente quanto esplicitamente, erano già state informate dal Dipartimento di Prevenzione che, normative a parte, il vero nodo critico era rappresentato dalle luminarie ad altezza d’uomo: queste dovevano essere o a norma o portate ad altezza tale da non poter essere raggiunte dai passanti; il che era la ripetizione delle stesse cose dette l’anno scorso».

(12/12/2002)

Su L’Eco di Bergamo del 13/12/2002

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