Tamburi, basta discriminazioni «Il rumore è uguale per tutti»

Il rumore - pardon, la legge - è uguale per tutti. Bergamo ha detto stop alle «discriminazioni» sull’uso degli strumenti musicali nei locali: la Giunta comunale ha deciso l’abolizione dell’ordinanza del 1997 che vietava l’uso delle percussioni nei pubblici esercizi che organizzano intrattenimenti con musica live.Se da una parte potranno gioire i titolari dei locali, gli stumentisti e gli appassionati, dall’altra i residenti non dovranno preoccuparsi: l’uso delle percussioni viene nuovamente consentito, ma a patto che non vengano superati i livelli di decibel fissati dal regolamento comunale sul rumore. Livelli che sono diversi da zona a zona.Il Comune, secondo il regolamento, può concedere deroghe in casi particolari, aumentando il livello consentito su richiesta dei gestori: ma sono previsti controlli e certificazioni, oltre a sanzioni per i trasgressori che facessero salire il volume oltre la soglia concessa dalla deroga.La vicenda del divieto era tornata di attualità la scorsa estate, quando l’ordinanza era costata controlli e multe in un locale cittadino: aveva fatto gridare allo scandalo i musicisti, perché ritenuta appunto discriminatoria. Ora è stato sancito che il rumore - se di rumore si tratta - è uguale per tutti: trombe, chitarre, bassi e grancasse sono tutti avvisati.(09/10/2008)

© RIPRODUZIONE RISERVATA