Ultime tre sedute in Consiglio comunale Città Alta spacca il Centrodestra

Per passare è passato, ma con fior di mal di pancia. Il Piano particolareggiato di Città Alta è stato adottato dal Consiglio comunale, con un risultato che la dice lunga sull’intensità del travaglio: 16 favorevoli (Forza Italia e Udc), 1 contraria (la leghista Raffaella Bordogna) e la bellezza di 18 astenuti. Nel dettaglio, i tre leghisti restanti (Daniele Belotti, Silvia Lanzani e Guglielmo Redondi), Centrosinistra, Rifondazione e soprattutto An.

Sì, la maggioranza si è spaccata a un mese e mezzo dalle elezioni. Magari non in maniera così fragorosa e multiforme come sulla fusione Bas-Acsm Como dell’estate 2003, ma comunque si è spaccata. Un esito atteso, quasi annunciato, dopo il fallimento dell’ultima trattativa mattutina nel centrodestra.

E sempre in tema di fratture, sicuramente la leghista Bordogna non avrà fatto i salti di gioia dopo essersi ritrovata sola a votare contro il Piano, mentre i suoi colleghi hanno deciso di seguire l’onda lunga dell’astensione di massa. Perché è stata proprio la Bordogna a mettercela tutta per sospendere l’esame del Piano. Prima proponendo 59 emendamenti: 47 a tavole e schede e 12 sulle norme tecniche d’attuazione. Tutti giudicati inammissibili perché arrivati fuori tempo massimo. Poi con un ordine del giorno ad hoc, corredato da una corposa raccolta firme di residenti.

Ed è qui che il clima si è fatto caldo, con la leghista a ricordare che il Piano redatto da Sergio Crotti «non sia mai stato esaminato nella sua sostanza». Di più: «Le tavole sono ricche di errori materiali. Le previsioni contrastano in decine di interventi con il piano regolatore. Inoltre è previsto l’ampliamento delle zone d’esproprio». Di parere radicalmente opposto l’assessore all’Urbanistica Luigi Nappo: «Questo piano è ricco di documentazione: 80 temi rispetto ai 20 del precedente Labaa-Ferrari, 120 elaborati contro 60, 60 tavole contro 20. E poi c’è la piattaforma informatica a disposizione di tutti». Insomma: «Poniamo fine a questo stillicidio: non possiamo stare sotto la spada di Damocle di un’illegittimità che non esiste».

Ma nei banchi della Giunta c’era un’assenza che non passava inosservata, quella dell’assessore all’Edilizia Privata, Pierluigi Buzzanca, fermo sostenitore della necessità di rivedere il Piano, in antitesi al collega Nappo. Un’anteprima della posizione di An, espressa poi nel dettaglio da Bruno Ferraro: «Nonostante il pregio dell’impianto, alcuni aspetti tecnici del Piano non sono ancora compiuti. Di strada se ne deve ancora compiere». Insomma: «un lavoro egregio, ma che deve ancora essere compiuto». Morale: astensione.

Idem per i Ds: «Iter congruo ma è mancata l’informazione per la città. Si poteva dare di più», il commento di Alberto Scanzi. E per la Margherita, Claudio Malinverni: «Piano schiacciato dai tempi di fine mandato, vedremo di coinvolgere di più i cittadini durante le osservazioni e l’approvazione». Pollice verso, ovviamente, dalla Bordogna: «Non è il Piano di Veneziani, ma di Nappo. Sono contraria non perché Citta Alta non avesse bisogno di un Piano, ma non se ne meritava uno così». Bocche rigorosamente cucite dal versante di Forza Italia, fino al voto finale, con mal di pancia incorporato. Annunciato quanto si vuole, ma comunque fastidioso.

(27/04/2004)

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