Un partigiano e un bambino
simboli del 2 giugno a Lovere

Il simbolo della festa della Repubblica, celebrata nella Bergamasca a Lovere, è stata rappresentata dalle mani rugose dell'88enne Luigi Tarzia e dal piccolo Francesco, 7 anni, che hanno consegnato la bandiera italiana ai 27 cadetti dell'Accademia della Guardia di finanza.

Il simbolo della festa della Repubblica, celebrata ufficialmente nella Bergamasca a Lovere nella mattinata di sabato 2 giugno, è stata rappresentata dalle mani rugose dell'88enne Luigi Tarzia, della 53ª Brigata Garibaldi XIII Martiri, e dal piccolo Francesco, 7 anni, nipote di Luigi Vender, sergente maggiore del 33° Reggimento artiglieria «Divisione Aqui», che hanno consegnato la bandiera italiana ai 27 cadetti dell'Accademia della Guardia di finanza, sulle note dell'inno nazionale cantato dal soprano Romina Cortinovis e suonato dalla banda musicale di Costa Volpino.

Numerose le istituzioni presenti: il prefetto Camillo Andreana, il presidente del Consiglio provinciale Roberto Magri, il generale di Brigata Rosario Lorusso, comandante dell'Accademia della Gdf, il colonnello Roberto Tortorella, comandante provinciale dei carabinieri, Francesco Messina, questore vicario di Bergamo, molti sindaci e associazioni civili, militari e di volontario.

Tantissime le persone che si sono radunate in piazza XIII Martiri. Nel saluto, il sindaco di Lovere, Giovanni Guizzetti, ha ricordato le vittime del terremoto in Emilia e quelle che sono morte durante la guerra per combattere il fascismo evidenziando l'esempio della Resistenza che ha condotto il Paese alla riscossa e dei cittadini italiani che, tra le macerie, sono andati al voto nel 1946 regalandosi un Paese diverso.

Il prefetto Andreana ha sottolineato l'operato della Protezione civile, dei vigili del fuoco e dei tanti volontari che stanno lavorando in Emilia, loro sono gli ambasciatori dell'impegno e della generosità dell'Italia. Il prefetto ha posto anche l'accenno sul momento difficile che sta attraversando l'Italia dicendo però che bisogna stringere i denti.

Fondamentale, per Andreana, è che in questo momento ci sia l'unità sociale ed istituzionale e che gli amministratori siano un punto di riferimento dei cittadini e di chi soffre. Il prefetto ha parlato anche del messaggio che il presidente della Repubblica Napolitano ha inviato a tutti i prefetti, in cui si fa riferimento all'impegno politico per combattere le infiltrazioni della criminalità organizzata nell'apparato dello Stato e la corruzione e si tende la mano ai giovani e ai cittadini in difficoltà che sono da difendere.

Il corteo si è spostato alla rotonda degli Alpini dove c'è stato il saluto alla bandiera davanti al sacrario dei Caduti ed è ritornato in piazza XIII Martiri per un omaggio al monumento dedicato ai tredici partigiani che furono fucilati dai fascisti durante la Resistenza.

Giovanni Merla

© RIPRODUZIONE RISERVATA