Via Gleno, sciopero dei carcerati Chiedono clemenza e più vivibilità

La protesta non è degenerata però in atti di violenza o di autolesionismo, anzi è stata definita dignitosa

I detenuti della casa circondariale di via Gleno hanno messo in atto uno sciopero per richiamare l’attenzione del Parlamento su un gesto di clemenza che a Bergamo potrebbe interessare un centinaio di persone. Gran parte dei detenuti ha aderito alla forma di protesta, astenendosi dalle attività lavorative e di scuola, rifiutandosi inoltre di prendere il cibo dal carrello. La situazione sul fronte della capienza è migliorata: dalle oltre cinquecento unità di qualche mese fa si è infatti passati, ultimamente, a circa quota 370. Un totale che ogni giorno cambia, ma che resta però al di sopra dei limiti di capienza tollerabili, che per via Gleno parlano di circa 270 detenuti. Secondo don Virgilio Balducchi, cappellano di via Gleno, "il problema del sovraffollamento resta anche se la situazione è migliorata. Ci sono pero dei casi limite di sei o sette detenuti in una cella". Il carcere di Bergamo resta poi in prima linea sul piano dei trattamenti di riabilitazione. Più detenuti del dovuto però vuol dire che alcuni di loro restano esclusi dai progetti, dai corsi: "Con i trasferimenti in altrte carceri lombarde il carcere sarà più vivibile - rileva don Balducchi - Anche l’indultino non sarebbe una soluzione definitiva, ma comunque un gesto di clemenza servirebbe per dare una prospettiva di riconciliazione all’interno della società".

(4/2/03)

Su L’Eco di bergamo del 4 febbraio 2003

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