Via Tasso e il caso dei bus «fai da te»
«Lavoriamo per cercare una soluzione»

Matteo Rossi interviene sul caso del servizio sostitutivo per l’alberghiero di San Pellegrino.

La Provincia dice la sua sul caso del servizio sostitutivo per l’istituto alberghiero di San Pellegrino, organizzato dai genitori e sospeso in quanto reo di concorrenza sleale.Il caso sollevato da L’Eco di Bergamo il 12 settembre, anche con un editoriale, e ripreso da La Stampa nella rubrica «Buongiorno» di Massimo Gramellini di martedì 15. Matteo Rossi, presidente della Provincia, affida le spiegazioni del caso ad un post su Facebook.

«Molti di voi hanno chiesto spiegazioni dopo che il tema del trasporto pubblico a S Pellegrino è stato portato all’attenzione dai media locali e dal pezzo di Gramellini sulla stampa. Eccole. Un gruppo di genitori si è organizzato con una ditta di trasporto per offrire ulteriori corse agli studenti. La ditta che ha vinto l’appalto su quella tratta fa un esposto alla Provincia e alla Polizia Stradale per segnalare questo come una violazione della legge regionale che assegna il monopolio a chi ha vinto la gara. Gli uffici della Provincia a questo punto, anche a tutela di chi come i genitori si è mosso per rispondere a un bisogno, scrivono ai genitori e alla scuola segnalando quanto ricevuto e scrivendo che “pare” ci sia questa violazione, rimanendo in attesa di altri elementi. Nessuna diffida dunque».

«Nel frattempo esce la notizia della Provincia cattiva e inutile, niente di più falso, anche perché noi, oltre l’esposto, non abbiamo mai ricevuto una comunicazione da nessuno della volontà di istituire un servizio alternativo a spese delle famiglie, che comunque va autorizzato e verificato, e se l’avessimo ricevuta, avremmo lavorato come sempre per provare a trovare una soluzione, magari orientando le risorse disponibili delle famiglie per migliorare nel rispetto delle regole il servizio esistente. Per cui, nessuna decisione politica di boicottare le famiglie, disponibilità ad incontrarci subito (gli uffici stanno provando a contattare il presidente del comitato genitori proponendo un incontro per giovedì), questione aperta dall’esposto di una ditta contro un’altra ditta, una normativa regionale che se si ritiene sbagliata consiglieri e assessori regionali possono benissimo cambiare, non noi, che non abbiamo potere legislativo. Mi domando, fra l’altro, se la ditta contattata dalle famiglie non sapesse delle normative regionali, mi pare strano, ma forse fa comodo scaricare le responsabilità su altri».

«Sperando di aver chiarito, ultime valutazioni. Il diritto ad un trasporto dignitoso è sacrosanto, una questione di giustizia sociale. Le Province lombarde hanno storicamente messo circa 50 milioni per migliorare il Tpl oltre ai fondi regionali e da gennaio questi soldi non ci saranno più. Sono sei mesi che poniamo il tema a livello nazionale e regionale, nessuno ha ancora risposto nulla. La situazione è delicata, e dobbiamo fare fronte comune per difendere il nostro territorio. Quest’anno si è fatto un gran parlare dei tagli, ma complessivamente sono stati del 4 per cento, abbiamo lottato e siamo riusciti a mantenere lo sconto sull’abbonamento integrato, abbiamo coinvolto sindaci, sindacati e aziende nella gestione delle difficoltà. Certo, la Bergamasca è diversa da molte altre province, e un servizio di trasporto sulle valli non è la stessa cosa che in pianura. Se Gramellini volesse aiutarci in questa battaglia, ne saremmo ben lieti. Sarebbe proprio un buongiorno».

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