Virginio Colmegna alla biblioteca Tiraboschi

Giovedì 9 ottobre alle ore 17 in biblioteca civica Tiraboschi si terrà un incontro con don Virginio Colmegna intervistato da Elena Catalfamo, giornalista per la presentazione del libro dal titolo «Ho avuto fame», scritto dal fondatore della Casa della Carità di Milano con i suoi collaboratori. Virginio Colmegna (Saronno, 1945), è presidente della Casa della Carità di Milano, fondata nel 2004 dal cardinale Carlo Maria Martini come luogo di «ospitalità eccellente», di rifugio per italiani e stranieri in difficoltà che abbiano bisogno di un sostegno temporaneo per recuperare la salute, un lavoro, una casa, l’autonomia. Un luogo di ospitalità, cura, formazione e studio che coinvolge decine di professionisti e volontari. Ordinato sacerdote nel 1969, a partire dal 1981 ha promosso cooperative e comunità di accoglienza, principalmente nel campo della sofferenza psichica e dei minori. E’ stato parroco della chiesa della Resurrezione di Sesto San Giovanni. Nel 1993 l’arcivescovo Martini gli affida la direzione della Caritas ambrosiana, incarico svolto per dieci anni, prima di dedicarsi al nuovo progetto di accoglienza.HO AVUTO FAMEdi Virginio Colmegna«Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredita’ il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere…»Don Virginio Colmegna sceglie un brano molto noto del Vangelo di Matteo per proporre una riflessione a coloro che non vogliono cedere, nel rapporto con gli altri, alla paura e all’indifferenza. Si rivolge a credenti e non credenti, a tutti coloro che sono alla ricerca del senso del vivere e di incontri appaganti. Dare cibo a chi ha fame e da bere a chi ha sete, essere ospitali con lo straniero, vestire chi non ha da coprirsi, visitare i malati e i carcerati sono sei passi di un percorso intenso nel quale incontriamo l’altro, con la sua singolarita’ e i suoi bisogni, ma anche noi stessi, con la nostra fame di affetti e significati. Un cammino che esige l’abbandono del pietismo e illumina il rapporto dialettico fra carita’ e giustizia; che ci chiede il sacrificio di deporre il pregiudizio e di non irrigidire i confini, ma ci fa scoprire la bellezza della reciprocita’ e dell’amore gratuito.(08/10/2008)

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