Popolari Unite, la capogruppo avrà 2.600 addetti

Le sinergie comporteranno 420 esuberi entro il 2006. Possibile una gestione su base volontaria. La discussione ufficiale dovrebbe iniziare a maggio

Il progetto di fusione dovrà essere esaminato dai Consigli d’amministrazione nei prossimi giorni, per essere poi presentato ai soci in assemblea, mentre l’applicazione del piano industriale sarà elaborata nei dettagli a partire dalle prossime settimane. Intanto le linee guida del modello organizzativo e di funzionamento della banca che nascerà dall’integrazione tra la Popolare di Bergamo e la Popolare Commercio Industria sono state illustrate ai rappresentanti sindacali da parte dei vertici dei due gruppi.

In questi primi incontri informali - la discussione ufficiale dovrebbe iniziare a maggio, dopo le assemblee dei soci - sono state illustrate in particolare l’organizzazione del gruppo e le prospettive sul fronte dell’occupazione, considerato che le sinergie porteranno alla fine del progetto a un certo numero di esuberi, che la banca intende peraltro gestire con forme di adesione volontaria.

La capogruppo

La struttura generale della nuova organizzazione, secondo quanto è stato spiegato ai sindacati, vede la nascita di una capogruppo (la Bpu Banca o Banche Popolari Unite), società cooperativa, l’unica impresa del gruppo quotata in Borsa, che dovrebbe diventare operativa dal primo luglio. La capogruppo ha il compito di definire gli indirizzi strategici e il progetto industriale, oltre ad effettuare il controllo strategico, tecnico-operativo e gestionale su tutte le strutture e le società del gruppo. A questa struttura è inoltre affidata la cura delle funzioni finanza, governo e controllo, centro servizi di gruppo, coordinamento commerciale di gruppo.

Le banche reti

Alla capogruppo, dopo lo scorporo delle relative società, faranno capo quattro banche rete «territoriali» (Bpb Spa, Bpci Spa, Bpa Spa e Carime Spa), alle quali si aggiunge poi la rete dei promotori Bpb Sim, coordinate nella loro azione dalla Bpu. Le banche rete mantengono il contatto con i clienti e il territorio, con la responsabilità di aumentare la presenza commerciale e la qualità del servizio ai clienti, «collegandosi», per la gestione tecnica, alle "società prodotto" (come Centrobanca, Bpb Prumerica Asset Management, le assicurazioni, Bpb Leasing e così via), centri di competenza e piattaforme di supporto, controllate dalla capogruppo, che hanno il compito di creare i prodotti per la clientela, utilizzando la capacità distributiva delle banche reti e delle reti distributive.

Nella capogruppo vengono inoltre accentrate le attività di indirizzo strategico, tecnico-operativo e gestionale per garantire il coordinamento di tutte le banche e società del gruppo. In particolare saranno accentrate le attività di staff, con ruolo di supporto all’alta direzione (ovvero le funzioni di sviluppo strategico e integrazione, pianificazione e controllo, bilancio e auditing, vale a dire di controllo), la finanza e tesoreria, l’area commerciale di gruppo (coordinamento delle politiche di marketing e commerciale per i segmenti di clientela delle banche, attività di sviluppo prodotti e comunicazione, gestione dei canali diretti, regole di coordinamento sui clienti comuni e politiche di prezzo), i centri servizi (organizzazione, sistemi informativi, acquisti, logistica e back office), le risorse umane (relazioni sindacali di gruppo, formazione e amministrazione) e le politiche creditizie. La responsabilità dei rischi di mercato, di credito e operativi è affidata rispettivamente ai responsabili dell’area finanza, dell’area credito e dell’area organizzazione sistemi e servizi.

L’accentramento di queste funzioni porta ad uno spostamento di personale, in parte come «distacco» verso la capogruppo, per la quale si stima un organico all’inizio dell’attività, il primo luglio, di 2.617 persone, destinate a scendere, a regime, nel 2006, con lo sviluppo delle sinergie, a quota 2.180. La maggior parte degli occupati della capogruppo (tra i 2.000 e i 2.100 addetti), nell’assetto al primo luglio 2003, sarà impiegata nell’area dell’organizzazione sistemi e servizi.

Nel complesso il personale di quella che sarà la ex Popolare Bergamo (1.289 persone) e dell’ex Comindustria più Luino (741 persone) dedicata ad attività di competenza della nuova capogruppo resteranno collocate in Bpu Banca. Il personale della Ancona (156 unità) e della Carime (431 persone) dedicato ad attività di competenza della capogruppo (organizzazione sistemi e servizi) sarà invece contrattualmente collocato nelle banche rete e distaccato alla Bpu capogruppo, che si troverà di fatto all’inizio dell’attività, a luglio 2003, ad avere 2617 persone (inclusi 587 in distacco o in service) pari a circa il 19% del totale organico dei 14.083 dipendenti delle attività bancarie. Nel conto non sono compresi altri 1.324 dipendenti delle società prodotto, di Centrobanca e della svizzera Bdg, per l’organico delle quali l’operazione di fusione non ha alcuna ripercussione.

Il programma di riorganizzazione e di sviluppo di sinergie del gruppo prevede che a regime nel 2006 l’organico scenda a 13.003 dipendenti. La riduzione di 1.080 unità (il 7% dell’organico al primo luglio 2003), comprende 660 persone del gruppo Comindustria (un numero rivisto al ribasso rispetto al piano iniziale che parlava di 890 dipendenti) per le quali era già stato avviato un piano di riorganizzazione nel 2002, prima dell’operazone di fusione. La riduzione di personale derivante dalle sinergie legate all’integrazione tra Bergamo e Comindustria è quindi di 420 persone.

Ai sindacati è stato illustrato, come ipotesi di massima e di lavoro, che, di queste 420 persone, 189 provengono dall’ex gruppo Comindustria e 231 dall’ex gruppo Popolare Bergamo.

I pensionabili

Per quanto riguarda la gestione degli esuberi, è stato presentato un quadro della situazione che, secondo l’azienda, dà ampia possibilità di copertura, senza soluzioni traumatiche e su base volontaria, come del resto è nei progetti della banca, entro il 2006. Il bacino «disponibile» di personale in uscita, tra persone pensionabili ed eventuale ricorso al fondo Abi, senza considerare dimissioni volontarie, è di 1.034 persone all’interno dell’attuale gruppo Comindustria e di altre 973 persone all’interno dell’attuale gruppo Bergamo. In pratica un numero quasi doppio rispetto agli esuberi previsti. I numeri permetterebbero in teoria di risolvere la situazione con il semplice blocco del turn-over, ovvero con la non sostituzione del personale in uscita..

Da L’ECO DI BERGAMO del 19 marzo 2003

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