In cassa integrazione 200 aziende:
quasi tutte del settore industriale

Oltre 200 aziende coinvolte, quasi tutte industriali, di cui circa la metà con cassa integrazione straordinaria o in deroga, «che sono strumenti ben lontani dallo stabilizzare il lavoro». Questo il quadro illustrato dalla Fiom Cgil.

Oltre 200 aziende coinvolte, quasi tutte industriali, di cui circa la metà con cassa integrazione straordinaria o in deroga, «che sono strumenti ben lontani dallo stabilizzare il lavoro». Questo il quadro illustrato da Eugenio Borella, segretario generale provinciale Fiom Cgil, e da Margherita Dozza, della segreteria Fiom, commentando i dati del report mensile sulla situazione orobica.

Uno spaccato non esaustivo, perché i numeri relativi alle aziende riguardano le realtà in cui è rappresentato il sindacato e complessivamente si riferisce ai numeri delle ore e delle persone richieste e a quanto stabilito negli accordi sindacali, non al reale utilizzo.

«La crisi, rispetto allo stesso periodo del 2009, non è così grave se riferito alle casse ordinarie – ha proseguito Borella –. Invece, la situazione è più complicata sugli altri ammortizzatori».

 «Molte terminano i periodi massimi previsti dalla legge – ha commentato il segretario Fiom Cgil di Bergamo –, alcune, invece, hanno utilizzato un periodo ridotto di alcune settimane, tre, cinque, per arrivare alle feste natalizie. Ma col nuovo anno non si sa cosa accadrà».

Il pericolo sottolineato dalla Fiom è che «alcune vanno in mobilità o lasciano a casa i dipendenti per delocalizzare o portare le produzioni all'estero – ha affermato Borella – come i casi dell'Indesit e della Valbrem, ma vorremmo che gli imprenditori non trattassero i dipendenti come i macchinari».

© RIPRODUZIONE RISERVATA