Più esportazioni e investimenti
La chimica orobica cresce

La chimica ha riacceso i motori. «I segnali di ripresa sono più veloci che in altri settori», dice il presidente di gruppo degli industriali bergamaschi, Gianluigi Dubbini. Dalla burrasca della crisi esce un settore ancora forte e internazionale.

La chimica ha riacceso i motori. «I segnali di ripresa sono più veloci che in altri settori», dice il presidente di gruppo degli industriali bergamaschi, Gianluigi Dubbini. Dalla burrasca della crisi, che ha costretto anche la chimica a ricorrere in modo corposo alla cassa integrazione soprattutto ordinaria, esce un settore ancora forte e sempre più internazionale.

L'export si è rimesso a correre: nel 2010 è cresciuto a doppia cifra (più 24%) e ha lanciato il comparto in testa alla classifica di chi porta più made in Bergamo nel mondo. I vertici del gruppo, Dubbini con i vice Paolo Bozzetto e Giuseppe Seccomandi, descrivono una «chimica bergamasca dinamica», che non ha voluto mollare la presa, ma che ha anche dovuto indirizzare gli investimenti soprattutto all'estero e aprire là dove il mercato tira.

Pur con qualche sfumatura fra un segmento e l'altro di un settore molto diversificato, è l'unica prospettiva, spiegano, per continuare a crescere. Mantenendo una presenza qualificata sul territorio, dove si accoglie con favore la decisione di realizzare lo scalo merci a Verdello, con la firma del protocollo d'intesa annunciata entro fine maggio.

Al tempo stesso, però, la chimica bergamasca invita a guardare al mondo, dove la capacità di disegnare il futuro dell'industria è già dieci passi avanti. E non troppo lontano da noi. Seccomandi cita l'esempio dell'Olanda, dove si progettano siti chimici integrati e incentivi in termini di accessi facilitati alle vie di comunicazione e di servizi. Creando cicli ed economie di scala: ti puoi insediare in un certo spazio, se usi le materie prime, l'energia e il calore che lì si producono. «Pianificare è un must per tenere il passo con la competitività, altrimenti continuiamo a creare gap», dice Seccomandi.

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