Bergamo, meno imprese attive
2008-2009: se ne sono perse 330

La crisi ha comportato la scomparsa di un numero significativo di imprese bergamasche e una più che proporzionale riduzione di unità locali, facenti capo a imprese di Bergamo o con sede in altre province d'Italia. Dal 2008 perse 330 imprese attive.

La crisi ha comportato la scomparsa di un numero significativo di imprese bergamasche e una più che proporzionale riduzione di unità locali, facenti capo a imprese di Bergamo o con sede in altre province d'Italia.

Se raffrontiamo i dati medi annui, le imprese attive con sede principale a Bergamo che erano ancora in crescita nel 2008 (86.891) rispetto al 2007 (86.514) diminuiscono nel 2009 a 86.561. In un anno se ne perdono 330 (-0,4%). La perdita in termini di unità locali è ancora più netta: da 95.658 unità operative sul territorio della provincia nel 2008 si passa a 94.940: in un anno 718 in meno, pari al -0,8%.

Dal punto di vista dell'occupazione complessiva, gli addetti delle imprese con sede principale a Bergamo (compresi quindi i lavoratori di eventuali filiali fuori provincia) scendono da 415.342 nel 2008 a 405.788, con un saldo negativo di 9.555 unità (in stragrande maggioranza dipendenti), pari al -2,3%.

La diminuzione dei “posti di lavoro” sul territorio è solo di poco meno intensa: dai 408.568 addetti alle unità locali del 2008 si passa a 400.134 nel 2009, con un saldo negativo di 8.434 unità pari al-2,1%. Per gli addetti alle unità locali non è disponibile la disaggregazione per posizione nella professione, ma in analogia con il dato delle imprese, si può stimare che i dipendenti siano all'incirca tre su quattro.

Veniamo ai settori economici, limitandoci al dato delle unità locali e relativi addetti che risente meno della “volatilità” dovuta ai possibili trasferimenti giuridici delle sedi di impresa da una provincia all'altra, rilevanti soprattutto quando si tratta di grandi imprese con molti addetti.

La recessione nel 2009 ha colpito pesantemente tre settori: le attività manifatturiere, l'edilizia e i servizi di trasporto e magazzinaggio che insieme perdono oltre 12mila addetti. Le attività manifatturiere hanno perso in un anno 577 unità locali (-4,6%) e 6.573 addetti (-4,4%), il settore dell'edilizia 512 unità locali (-2,6%) e 3.797 addetti (-6,3%), i trasporti e magazzinaggio 69 unità locali (-2,4%) e 1.714 addetti (-7,8%).

Per quanto riguarda il settore dei «servizi di supporto alle imprese», in lieve calo di addetti, va ricordato che esso comprende anche le agenzie di somministrazione e quindi i lavoratori interinali che da esse dipendono.

Nel settore del commercio (all'ingrosso, al dettaglio e agenti e intermediari) alla riduzione delle unità locali (315 in meno pari al -1,5%) non ha corrisposto una perdita dell'occupazione che è di poco aumentata (+367 addetti pari al +0,6%). Il che si spiega, come si vedrà nel seguito, con la differente dinamica dei piccoli esercizi e dei lavoratori autonomi del commercio rispetto alla tenuta occupazionale della grande distribuzione.

Negli altri settori dei servizi l'occupazione cresce anche nel 2009, in particolare nelle «altre attività di servizi» (+653 addetti pari al +8,4%), nelle attività finanziarie e assicurative (+863 addetti pari al +7,5%), nella «sanità e assistenza sociale» (+739 6 pari al +6%) e in misura apprezzabile anche nelle «attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento».

Cresce moltissimo anche il settore delle «utilities» (fornitura di energia elettrica, gas, acqua, gestione rifiuti) sia con riguardo alle non moltissime unità locali che per il tasso di variazione degli addetti. I servizi di ristorazione e alloggio sono pressoché invariati così come le attività immobiliari e quelle di “noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese”.

Nel confronto con unità locali e addetti a livello regionale e nazionale si osserva che: - la diminuzione delle unità locali a Bergamo (-0,8%) è allineata con il dato della Lombardia (-0,7%) e migliore del dato Italia (-1,3%); - il calo degli addetti, nel complesso simile alla media regionale e nazionale, è più marcato a Bergamo nel “trasporto e magazzinaggio” e nelle “costruzioni”; - la contrazione degli addetti della manifattura è analoga alla media lombarda e migliore rispetto al dato nazionale; - nei servizi l'occupazione cresce a Bergamo, più che in Lombardia e in Italia, nella “finanza e assicurazioni”, nella “sanità e assistenza sociale” e anche nelle attività artistiche, dello spettacolo, sport e intrattenimento e nelle “attività professionali, scientifiche e tecniche”.

Migliori risultati per Bergamo anche nelle “altre attività dei servizi”. Dei molti spunti di analisi suggeriti dai dati dei registri statistici, meritano di essere sottolineati quelli riguardanti le caratteristiche dimensionali – in termini di dipendenti -delle imprese e i contributi occupazionali della nati-mortalità netta d'impresa e della variazione delle imprese esistenti. Nel 2009 le imprese senza dipendenti sono 55.951 pari al 64,6% sul totale di 86.561.La loro quota in termini di addetti (in questo caso si tratta solo di lavoratori indipendenti) è inferiore al 17%.

Le imprese con dipendenti fino a un massimo di 10 sono poco meno del 30% e occupano il 26,7% degli addetti.. Meno di 6 imprese su 100 impiegano più di 10 dipendenti ma danno lavoro a ben due terzi degli addetti totali: oltre 83mila in imprese tra 10 e 50 dipendenti, 67mila tra 50 e 250 e poco meno di 79mila nelle imprese di dimensione maggiore. 7 indipendenti) è inferiore al 17%. Le imprese con dipendenti fino a un massimo di 10 sono poco meno del 30% e occupano il 26,7% degli addetti.. Meno di 6 imprese su 100 impiegano più di 10 dipendenti ma danno lavoro a ben due terzi degli addetti totali: oltre 83mila in imprese tra 10 e 50 dipendenti, 67mila tra 50 e 250 e poco meno di 79mila nelle imprese di dimensione maggiore.

La variazione tra 2008 e 2009 degli addetti alle imprese (-9.555) è negativa nelle dimensioni intermedie, soprattutto nelle imprese tra 10 e 250 dipendenti che calano del -5,9% in termini di addetti. E' marginalmente positiva (+0,2%) nelle imprese senza dipendenti, cioè con soli lavoratori autonomi, ma con dinamiche opposte tra servizi di commercio e ristorazione (-536, pari al -2,7%) e gli altri servizi. Gli addetti crescono poi nelle grandi imprese, tranne che nella manifattura. La scomposizione del saldo complessivo degli addetti dovuto alle imprese nate/cessate2 e a quelle compresenti e attive nel 2008 e 2009, evidenzia che il grosso del calo occupazionale (-7.301 addetti, -1,8%) è attribuibile alla riduzione dell'occupazione di quelle in attività, ma è rilevante anche l'occupazione persa (-2.254, pari al -0,5%) nel saldo tra imprese nuove entrate e uscite, soprattutto nell'edilizia dove la metà della riduzione degli addetti è dovuta alla nati-mortalità negativa e nel commercio e ristorazione dove il saldo occupazionale negativo della nati-mortalità (-731) è compensato dall'aumento occupazionale (+797) delle imprese compresenti e in particolare delle più grandi.

Nel 2008 la variazione complessiva annua degli addetti delle imprese era stata già lievemente negativa (-877, pari al 0,2%) ma con un contributo positivo delle imprese compresenti (+454 pari al +0,1%) e un saldo negativo della nati-mortalità (-1.331 pari al -0,3%).

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