Cala la produzione industriale grezza In Lombardia dell’1,3% in Bergamasca dell’1

La produzione industriale grezza in provincia di Bergamo fa registrare un calo dell’1 per cento rispetto ad un anno fa. La situazione della Bergamasca è leggermente migliore alla media regionale che registra una flessione dell’1,3 per cento. È quanto emerge da un’Indagine regionale realizzata da Unioncamere, Confindustria e Regione Lombardia. L’indagine ha riguardato 1.824 aziende industriali lombarde (con almeno 10 addetti) per quanto riguarda la Bergamasca ne sono state intervistate 289.

Secondo l’analisi e la ricerca: «Il primo trimestre del 2005 eredita i problemi della scarsa crescita di un ciclo industriale che stenta a recuperare i livelli di quattro anni fa». in questo contesto «L’industria bergamasca sembra reggere meglio le avversità del ciclo economico grazie ad una migliore tenuta del comparto meccanico e dei mezzi di trasporto, che restano gli unici settori con una variazione positiva. La meccanica tiene grazie all’export e sempre dal mercato internazionale vengono i segnali più incoraggianti sia in termini di fatturato che di ordini acquisiti. Restano le difficoltà del comparto moda anche se non manca qualche segnale più positivo dagli ordinativi esteri delle industrie tessili. L’occupazione tiene ma in un quadro di rallentamento dei movimenti in ingresso e in uscita e di un utilizzo ancora ampio della cassa integrazione guadagni».

Le aziende di maggiore dimensione (quelle con oltre 200 addetti) vanno meglio facendo registrare un +1,3 per cento su base annua, contro l’1,7 per cento meno delle medie e il 2,3 meno delle piccole (aziende con meno di 50 addetti).

La meccanica è ancora su valori positivi (+1,2 per cento la variazione tendenziale), anche nella componente dei mezzi di trasporto. Tutti gli altri 11 settori segnalano variazioni negative. Le flessioni più consistenti sono nel tessile (-5,9 per cento), nell’abbigliamento (-5,3) e nelle pelli-calzature. La carta-editoria è al -4,6 per cento, il legno-mobili al -3,6, la gomma-plastica -2,9, i minerali non metalliferi -2,7 per cento. Di poco negativi anche alimentari (-1,4), chimica (-0,9) e industrie varie (-0,9). La siderurgia è quasi stazionaria (-0,1 per cento).

Sul fronte dell’artigianato la situazione è simile, ma con importanti e significative differenze. L’indagine parallela realizzata dalla Regione Lombardia e dall’Unioncamere Lombardia con la collaborazione delle Associazioni dell’Artigianato ha coinvolto 1.448 aziende in Lombardia, di cui 191 in provincia di Bergamo.

Dall’indagine emerge che la produzione dell’artigianato bergamasco resta negativa (-2 per cento), e in peggioramento rispetto al passato. In Lombardia la variazione media è del -3,3 per cento.

Ed è risultato negativo anche il fatturato interno (-3,3 per cento la variazione tendenziale) ma è cresciuto, e non di poco, quello dall’estero dove si è registrato un aumento del 5,1 per cento. Calano su base trimestrale gli ordinativi dall’interno (-2 per cento ) e crescono (+5 per cento ) quelli acquisiti dai mercati internazionali.

Infine è negativo l’andamento dell’occupazione: -0,65 per cento nel trimestre, del tutto simile al dato medio regionale

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