Va a Bergamo e Brescia la maglia nera degli infortuni sul lavoro

34 infortuni mortali sul lavoro nel 2003 a Bergamo e a Brescia contro i 49 di Milano. Tenendo in considerazione il numero degli abitanti, il dato relativo alla Bergamasca e al Bresciano è il più allarmante. Preoccupanti anche i numeri regionali: si è passati da 163.166 infortuni del 2002 a 178.440 del 2003 con una crescita del 7.7%. Anche gli incidenti mortali sono in crescita: da 213 nel 1999 a 218 nel 2003. Sono questi alcuni dei dati contenuti nella relazione del segretario generale della Cisl Lombardia Carlo Borio che questa mattina ha aperto l’assemblea regionale unitaria dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, incontro a cui hanno partecipato 400 persone. «Sono ancora troppi numerosi i lavoratori che trovano la morte sul lavoro, che sono soggetti ad infortuni o le cui condizioni di salute sono minacciate dalle attività svolte - spiega Borio -. A questi vanno inoltre aggiunti gli infortuni dell’economia sommersa e del lavoro nero che non vengono neppure denunciati».

La Cisl chiede quindi maggiore prevenzione: «La partecipazione, la consultazione, l’informazione e la formazione dei lavoratori restano tra le misure generali per la protezione della salute e la sicurezza del lavoro - continua il sindacalista -. Nella nostra regione si spende meno di quanto è assegnato per la prevenzione dal Fondo sanitario nazionale: circa il 3% rispetto al 5% previsto e questo appare molto grave: è importante che venga dedicato uno spazio al rafforzamento degli interventi a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

(28/04/2004)

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