Burrasca sulla nautica orobica
Il fatturato è in caduta libera

Burrasca fronte mare per l'industria nautica bergamasca alla vigilia della stagione. I dati sono significativi: il business dell'industria nautica nazionale in quattro anni è passato da 6,2 miliardi di euro dell'anno 2008 ai 3,4 miliardi di euro del 2011.

Burrasca fronte mare per l'industria nautica bergamasca alla vigilia della stagione. I dati sono significativi: il business dell'industria nautica nazionale in quattro anni è passato da 6,2 miliardi di euro dell'anno 2008 ai 3,4 miliardi di euro del 2011. Un vero e proprio tracollo.

Più che cavalcare l'onda, il comparto (sono una sessantina le aziende orobiche che si occupano di costruire e riparare imbarcazioni) rimane ancorato a un mercato stagnante. «Dal 2008 ad oggi - sottolinea la presidente di Sessa Marine Raffaella Radice - il nostro fatturato è diminuito di oltre il 30%, passando fai 68 ai 45 milioni di euro.

Un crollo focalizzato soprattutto sul business italiano, scemato dal 40% all'attuale 13% del nostro volume d'affari, con contraccolpi anche sul fronte occupazionale, che ci ha visto passare dai 280 addetti del 2008 agli attuali poco meno di 210. Da qui la decisione di delocalizzare in Brasile, Paese emergente, con l'apertura di un insediamento produttivo per barche sui dieci metri di lunghezza.

Brasile e Cina attualmente rappresentano l'àncora di salvezza, un nuovo mercato che occupa circa il 16% delle vendite». Oltre alla congiuntura mondiale, alle crisi finanziarie e al crollo del mercato interno, a gettare ombre ci hanno pensato le nuove fiscalità varate dal governo Monti volte a colpire il lusso. Provvedimenti che non hanno mancato di sollevare disappunto fra gli addetti ai lavori già alle prese con una contrazione del business che prosegue ormai dal 2009 e che ha duramente colpito la nautica, al quarto posto dell'export tra i settori del «made in Italy».

Un comparto, che comunque riesce a mantenere la propria posizione di leadership a livello internazionale grazie all'immissione sul mercato di imbarcazioni e prodotti di prestigio e alle prestazioni di una manodopera altamente specializzata soprattutto sui mercati dei Paesi Emergenti. La nostra provincia ne è un esempio significativo, con la presenza di brand d'eccellenza mondiale, Riva di Sarnico e La Spezia del Gruppo Ferretti, Sessa Marine di Cividate al Piano, Rio Yachts di Chiuduno, Uniesse Marine di Chiuduno, Rose Island di Chignolo d'Isola. «Flotta» che si completa con una nutrita e qualificata presenza di imprese orientate all'accessoristica e alla componentistica. Realtà industriali, affiancate da un indotto non secondario, e che non hanno mancato in questi anni fare ricorso agli ammortizzatori sociali per sopravvivere.

Fra queste proprio Sessa Marine, tuttora interessata dal ricorso, contenuto, alla cassa straordinaria a rotazione. Quindi Riva, alle prese con il passaggio ufficiale ai cinesi. Infine, Besenzoni di Sarnico, fiore all'occhiello dell'accessoristica mondiale con 38 esuberi su 150 addetti.

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