Anche Bergamo porta in Borsa
i microchip svizzeri per animali

C'è anche il fermento dell'imprenditoria bergamasca dietro la quotazione a Berna della Royal Tag Sa, realtà ticinese di Muzzano, nelle vicinanze di Lugano, nata nel 2008 che produce sistemi di identificazione tramite radiofrequenza.

C'è anche il fermento dell'imprenditoria bergamasca dietro la quotazione a Berna della Royal Tag Sa, realtà ticinese di Muzzano, nelle vicinanze di Lugano, nata nel 2008 che produce sistemi di identificazione tramite radiofrequenza.

Alla guida della società, infatti, in qualità di amministratore delegato, c'è uno svizzero-bergamasco: Valentino Benicchio, nato a Zurigo nel 1965, ma con origini a Redona, in città, dove è cresciuto fino all'età di 8 anni.

E l'azionista di riferimento è la Royal Tag srl di Bergamo, che raccoglie una cordata di imprenditori bergamaschi. Ne fanno parte infatti la famiglia Fratus, con Isidoro Fratus che è amministratore delegato della società bergamasca oltre che vice presidente di quella svizzera, lo stesso Benicchio, Giulio Lombardini, Paolo Bolis e il gruppo Selini di Telgate.

Nato dalle conoscenze personali, l'asse Bergamo-Lugano si è consolidato attorno a un progetto industriale che punta su tecnologia e innovazione e prevede una crescita significativa della Royal Tag da qui al 2016. Già per quest'anno si prevede uno sviluppo a doppia cifra con il fatturato che dovrebbe salire dai 4 milioni di franchi svizzeri dell'anno scorso a 7,6 milioni circa.

Tra le ragioni di questo balzo, spiega l'amministratore delegato Benicchio, c'è la commessa che Royal Tag ha ottenuto vincendo una gara pubblica della Galizia, in Spagna: «Forniremo 1,4 milioni di identificativi per animali bovini».

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