Filiera orobica, con vino e salumi
va bene l'export del 2012

Le esportazioni della filiera agroalimentare bergamasca nel 2012 sono cresciute del 16,6% rispetto all'anno prima, un aumento secondo solo alle province di Varese (più 22,1%) e Lodi (più 17,2%).

Le esportazioni della filiera agroalimentare bergamasca nel 2012 sono cresciute del 16,6% rispetto all'anno prima, un aumento secondo solo alle province di Varese (più 22,1%) e Lodi (più 17,2%). A dirlo è un'indagine della Camera di Commercio di Milano e della Coldiretti. L'anno scorso l'export del settore in provincia di Bergamo è stato di oltre 345 milioni di euro (296,5 milioni nel 2011), mentre l'import di 307 milioni in crescita del 10,8% rispetto al 2011 (277 milioni).

Secondo il direttore generale della Coldiretti di Bergamo, Gianfranco Drigo, il dato sull'export «va certamente letto in senso positivo» e riguarda in particolare «l'esportazione di prodotti agricoli trasformati». In ogni caso «si tratta in gran parte di un percorso da creare, perché in futuro l'esportazione diventerà una necessità per molte aziende». I prodotti bergamaschi che guardano più lontano sono «i lattiero-caseari, il vino e i salumi». Non sono tutte rose e fiori però. L'urgenza, spiega Drigo, è rappresentata «dalla necessità di creare una massa critica tra le imprese per affrontare i mercati più grandi». Insomma «deve esserci una crescita culturale e strutturale delle nostre imprese per affrontare i mercati esteri» perché «questo diventerà sempre di più un'esigenza». E per farlo «bisogna che le aziende sappiano a chi riferirsi all'estero».

Da registrare, poi, il fatto che nel 2012 a livello regionale le esportazioni di prodotti alimentari sono cresciute del 5% in un anno e hanno raggiunto quasi 4 miliardi di euro.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 24 marzo

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