Industria bergamasca in calo
L'artigianato scende del 9,9%

Nei primi tre mesi del nuovo anno si spegne il segnale di un'interruzione o almeno di un'attenuazione della caduta della produzione che sembrava emergere dai risultati della scorsa indagine. Il primo trimestre del 2013 registra una nuova marcata flessione.

Nei primi tre mesi del nuovo anno si spegne il segnale di un'interruzione o almeno di un'attenuazione della caduta della produzione che sembrava emergere dai risultati della scorsa indagine. Il primo trimestre del 2013 registra una nuova marcata flessione della produzione dell'industria bergamasca che perde 2,3 punti nel trimestre e 4,5 punti rispetto al corrispondente periodo di un anno fa.

E nell'artigianato manifatturiero la caduta è ancora più pesante: -9,9 punti nel trimestre e -7 nel confronto tendenziale. L'indagine campionaria sulla produzione prescinde inoltre dalla contrazione dello stock delle aziende manifatturiere che, nel solo anno intercorso tra marzo 2012 e marzo 2013, si è ridotto in provincia di Bergamo di 224 unità pari al -1,9 per cento.

I risultati della congiuntura per la regione Lombardia confermano che la recessione si aggrava ed aumenta la quota di imprese distanti dai livelli di produzione e di fatturato di un anno fa. Le vendite dell'industria bergamasca sono in calo nei primi tre mesi dell'anno e, per la prima volta, la flessione del fatturato dall'estero è più marcata rispetto a quella del fatturato interno, quest'ultimo in fase negativa ormai da diverso tempo.

Gli ordini dal mercato nazionale continuano a calare ma anche la dinamica degli ordini esteri è in rallentamento su base trimestrale a Bergamo – in flessione in Lombardia - e al di sotto dei livelli di un anno fa. Quel che sembra trasparire dai dati dell'indagine – soprattutto nei risultati medi a livello regionale che possono contare su una più ampia copertura campionaria e coerenza statistica - è un indebolimento nell'ultimo trimestre della domanda internazionale e in specifico europea.

L'area Euro nel suo complesso è in recessione e la situazione critica dei paesi dell'Europa mediterranea indebolisce l'interscambio commerciale e l'attività produttiva dei Paesi del Nord Europa. La stessa Germania, partner principale per molte aziende lombarde e bergamasche, sta registrando negli ultimi mesi un deterioramento dell'indice di fiducia delle imprese. Alle conseguenze delle politiche di austerity adottate simultaneamente nei Paesi dell'eurozona e alle prospettive di stagnazione dell'economia europea si sono poi aggiunti, in misura difficilmente determinabile, gli effetti dell'incertezza del quadro politico e istituzionale del Paese che non ha certo contributo ad accrescere la fiducia di imprese e consumatori o ad incentivare investimenti e consumi.

Altri indicatori della rilevazione della congiuntura industriale segnalano una situazione critica. Il tasso di utilizzo degli impianti è in calo. Le difficoltà di mercato e il tendenziale rientro delle quotazioni delle materie prime spingono al ribasso i prezzi dei prodotti finiti. E, soprattutto, continua l'erosione dei livelli occupazionali. Il numero complessivo degli addetti dell'industria diminuisce, nonostante i primi tre mesi dell'anno siano un periodo stagionalmente propizio per le nuove assunzioni.

L'utilizzo effettivo della Cassa integrazione aumenta sia nell'industria che nell'artigianato. Le prospettive sul prossimo trimestre restano in territorio negativo, con qualche speranza in più per la domanda estera ma senza segnali di miglioramento sul versante occupazionale. Deterioramento del mercato del lavoro e compressione del reddito disponibile continuano a deprimere i consumi.

Il commercio al dettaglio ne risente pesantemente: il giro d'affari è in calo a Bergamo su base annua del 6,2 per cento (e del tutto simile è il dato dell'intera Lombardia): -9,3 per cento nel comparto alimentare, -9,5 per cento nel non alimentare e -2,2 per cento nel commercio non specializzato, cioè nella grande distribuzione. Il 60 per cento delle imprese che vendono al dettaglio accusa perdite importanti di fatturato. E gli addetti del commercio bergamasco calano, anche se in misura minore rispetto al dato medio regionale.

Nei servizi il fatturato medio diminuisce a Bergamo su base annua del 4,2 per cento, poco meno rispetto al dato medio regionale, ma con una flessione superiore ai 10 punti nei servizi alle persone, cali di oltre 4 punti per i servizi di ristorazione e i servizi alle imprese e una più moderata riduzione, inferiore ai 2 punti percentuali, nel commercio all'ingrosso. Spunto positivo per l'occupazione che cresce nei servizi a Bergamo nonostante un complessivo arretramento a livello regionale. Nell'edilizia bergamasca il giro d'affari resta molto negativo (-7,8 su base annua) anche se non in ulteriore aggravamento.

Peggiorano però le aspettative delle imprese. Si deve anche ricordare che nell'anno intercorso tra marzo 2012 e marzo 2013 le imprese attive nell'edilizia a Bergamo sono diminuite di 708 unità, con un calo del -3,5%.

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