Agricoltura, il mais è a rischio
Dopo la pioggia i parassiti

Non fossero bastate le piogge torrenziali in primavera e le semine ritardate. I grandi nemici estivi del mais, piralide e diabrotica, potrebbero dare il colpo di grazia alla coltura principale dell'agricoltura bergamasca, che occupa una superficie di circa 20.000 ettari.

Non fossero bastate le piogge torrenziali in primavera e le semine ritardate. I grandi nemici estivi del mais, piralide e diabrotica, potrebbero dare il colpo di grazia alla coltura principale dell'agricoltura bergamasca, che occupa una superficie complessiva di circa 20.000 ettari, suddivisi tra mais da granella (13.000 ettari) e mais per insilato (7000 ettari).

“Quest'anno, com'è noto – fa notare Leonardo Bolis, presidente bergamasco e nazionale dei contoterzisti agrari - le piante sono già molto deboli, a causa di un concatenarsi di fattori: le semine tardive e il maltempo che ha imperversato fino al 10 giugno, al quale hanno fatto seguito improvvise esplosioni di calore. Ad oggi dalle prime stime in campo è possibile ipotizzare un calo della massa vegetativa fra il 20 e il 40 per cento rispetto agli standard di crescita media”.

In questa stagione produttiva già fortemente compromessa si profila ora il pericolo di attacchi di piralide. “Le prime presenze del temibile lepidottero sono già state segnalate – osserva Enzo Cattaneo, direttore di Abia-Confai –. Si tratta di una farfalla diffusa soprattutto nel Nord Italia e acerrima nemica del granturco. È confermata inoltre la forte probabilità di diffusione della diabrotica, già manifestatasi negli anni scorsi nella nostra provincia”.

Nelle annate peggiori il pericoloso coleottero originario dell'America settentrionale è  arrivato a compromettere fino al 20% della produzione. 

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