Novem di Bagnatica: accordo
93 esuberi su 310 lavoratori

Più di un terzo dell’organico subito in mobilità, questa era l’intenzione dell’azienda. Una trattativa serrata ha, invece, sventato il pericolo alla Novem Car Interior spa di Bagnatica, specializzata in complementi in radica per auto. Gli esuberi sono così diventati 93 su 310 lavoratori.

L’azienda fa parte di una multinazionale (nel 2008 circa 3.700 dipendenti in 9 sedi produttive) controllata dal fondo Barclays Private Equity e da Novem Company Management e detiene la quota del 45% del mercato mondiale di inserti in radica, alluminio o fibra di carbonio.

Il gruppo lavora per marchi come Audi, Bmw, Volvo, Range Rover, Rolls Royce, Mercedes, Maserati. La crisi profonda, che è esplosa nell’ultimo trimestre dello scorso anno, ha determinato l’espulsione di oltre 900 posti di lavoro in tutto il Gruppo.

Anche il sito di Bagnatica è stato coinvolto dal crollo delle produzioni (circa - 40%). Così, il 4 maggio i sindacati bergamaschi sono stati informati dell’intenzione di mettere in mobilità un centinaio di persone. La procedura di cassa integrazione straordinaria, proposta e incoraggiata dai sindacati, è stata aperta ufficialmente il 29 maggio per 93 persone.

Nel frattempo, era stata avviata una trattativa, che è arrivata, il 3 giugno, a un’ipotesi di accordo fra le parti, approvata a grande maggioranza dalle assemblee dei lavoratori di lunedì. «La prima fase della crisi era stata affrontata con l’utilizzo dei residui di ferie e permessi che hanno consentito di salvaguardare occupazione e redditi fino a gennaio», spiega Claudio Cavagna della segreteria provinciale della Fillea-Cgil.

«Il tributo maggiore - continua Cavagna - è stato però pagato dai lavoratori precari che non sono stati confermati. La seconda fase è stata caratterizzata dall’utilizzo di 13 settimane di cassa integrazione ordinaria che si è conclusa il 1° maggio scorso».

La trattativa successiva è stata condotta dalla Fillea-Cgil e dalla Filca-Cisl. Rispetto alla proposta iniziale dell’azienda di mettere in mobilità un centinaio di lavoratori da subito, la trattativa ha condotto a un accordo che prevede il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per un anno e al successivo ricorso alla mobilità per 93 addetti l’estensione dell’utilizzo del part-time, forme incentivanti per dimissioni volontarie e in particolare per coloro che possono raggiungere i requisiti pensionistici, forme di integrazione al reddito sia per il periodo di Cigs che per i diversificati periodi di mobilità.

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