Agricoli: sciopero per la previdenza

Agricoli: sciopero per la previdenzaVenerdì, per la prima volta, braccia incrociate contro la politica del governo

Sono circa 3 mila gli addetti bergamaschi dei settori agricoli e affini coinvolti dallo sciopero nazionale di 8 ore indetto per venerdì dalle segreterie nazionali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil. Una mobilitazione considerata storica perché l’unica che il settore ricordi sul tema della previdenza. «Lo sciopero – ha spiegato ieri il segretario della Fai-Cisl di Bergamo, Attilio Cornelli – coinvolge le realtà aziendali (agricole, florovivaiste, associazione provinciale allevatori, consorzio di bonifica, cooperative di trasformazione e forestali) in cui si applica la previdenza agricola. La decisione dello sciopero è stata assunta dalle segreterie nazionali dopo la notizia appresa dai giornali secondo cui le indennità di disoccupazione e di maternità nel settore agricolo saranno tagliate per finanziare la riforma fiscale decisa dal governo».

Una scelta questa criticata anche da Pietro Locatelli, segretario provinciale della Flai-Cgil: «La scelta di tagliare le prestazioni ai soggetti più deboli e più precari del mondo del lavoro per sostenere la riduzione delle tasse, in particolare quelle sui redditi elevati è assurda». I sindacati rimproverano al governo di essere inadempiente anche sul piano formale, dal momento che non avrebbe dato seguito alle riunioni del tavolo tecnico sulla riforma della previdenza agricola, nonostante la disponibilità offerta dalle parti sociali. «L’indennità di disoccupazione e quella di maternità – ha concluso Piermario Perico, segretario della Uila-Uil di Bergamo – rappresentano nel settore agricolo di moltissime zone del Paese, e in particolare di quelle più povere, una vera e propria integrazione del reddito per centinaia di migliaia di famiglie».

(08/12/2004)

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