Enel Hidro in vendita: sarà una trattativa privata

È ufficialmente in vendita la Enel Hydro, la società nata dall’unione nell’Ismes delle competenze idrauliche del gruppo, che l’anno ha trasferito la sede legale da Seriate a Roma, mantenendo però la sede operativa in Bergamasca.

Il Consiglio d’amministrazione dell’Enel, presieduto da Piero Gnudi, ha infatti deciso il disimpegno progressivo dal settore dell’acqua, all’interno della strategia di focalizzazione sul core business dell’energia elettrica e del gas. L’orientamento alla dismissione di quello che doveva diventare un polo idrico nazionale era già stato preso, in particolare dopo la fallita acquisizione, a fine 2001, dell’Acquedotto Pugliese, voluta da Franco Tatò: nel 2002 con l’arrivo di Paolo Scaroni ad amministratore delegato l’orientamento è però cambiato. Scaroni si è mostrato subito contrario al progetto di «multiutility» del suo predecessore ed ha modificato il piano industriale puntando sul solo settore energetico, elettricità e gas metano.

Tutte le altre attività, a parte il settore delle telecomunicazioni (Wind), sono state così accorpate in un’unica area sotto il controllo diretto dell’amministratore delegato. «L’Enel non ha intenzione di uscire dal business dell’acqua - disse peraltro nel settembre del 2002 Scaroni - ma non vogliamo fare mega investimenti, né andare all’estero. Abbiamo intenzione di valorizzare i business italiani là dove è più redditizio».

L’orientamento alla cessione era però già chiaro e confermato anche dall’annuncio, poi non seguito dai fatti, nello scorso ottobre, di un possibile taglio nell’organico della Hydro.

Nonostante l’intenzione di cessione della società fosse nota, per la prima volta, pero, è arrivata una decisione formale da parte del consiglio d’amministrazione, che individua anche il percorso dell’operazione. È prevista infatti la vendita a trattativa diretta di Enel Hydro, previo lo scorporo delle attività di progettazione, ingegneria e depurazione delle acque in una nuova società. Anche queste attività - che in pratica, depurazione a parte, sono il cuore della vecchia Ismes - saranno individualmente valorizzate e anche esse successivamente cedute.

Enel Hydro, dopo lo scorporo, rimarrà titolare esclusivamente delle concessioni-partecipazioni nel settore idrico in Calabria, Campania e in provincia di Latina, rilevate nel 2001.

Oltre alla decisione su Enel Hydro, il consiglio d’amministrazione del gruppo energetico ha anche confermato l’intenzione di collocare sul mercato circa il 50% del capitale di Terna (la società proprietaria del 94% della Rete nazionale di energie elettrica ad alta e altissima tensione che nel 2003 ha realizzato ricavi per circa 877 milioni di euro e un utile netto per circa 123 milioni di euro). Inoltre è stata autorizzata la presentazione di un’offerta vincolante per l’acquisto della maggioranza di due società rumene di distribuzione dell’energia elettrica (Banat e Dobrogea) che servono il 17% dei clienti del Paese.

(03/03/2004)

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