Il 2008 è iniziato con meno voglia d’impresa

Inizio d’anno in sordina per la nuova imprenditoria bergamasca. Secondo i dati forniti dalla rilevazione Movimprese di Unioncamere-Infocamere, nel primo trimestre c’è stato un saldo negativo dello 0,1% nel tasso di crescita provinciale del numero di aziende. Il valore è leggermente superiore alla media regionale (meno 0,04%, per effetto della crescita registrata a Milano, una delle sette province con saldo positivo), mentre è inferiore alla media italiana (meno 0,36%). Complessivamente il saldo nel trimestre è stato negativo per 95 imprese, per effetto di un numero di cancellazioni superiori alle iscrizioni (2.597 a 2.505), e questo riporta il totale delle imprese bergamasche registrate a quota 92.833, al 15° posto a livello italiano, a poche decine di unità sotto Treviso. Va precisato peraltro che il primo trimestre dell’anno consegna tradizionalmente un bilancio negativo perché riflette l’accumularsi di cessazioni riferite agli ultimi giorni dell’anno, ma «contabilizzate» poi all’inizio dell’anno. Questa consuetudine era stata però smentita l’anno scorso: il primo trimestre del 2007 aveva infatti visto un saldo positivo in provincia di Bergamo, con un aumento di 347 aziende, come saldo tra 2.621 iscrizioni e 2.274 cessazioni.Il calo bergamasco del primo trimestre di quest’anno è dovuto esclusivamente a una contrazione tra le ditte individuali (meno 0,74% a quota 48.180, per effetto di 1.826 cessazioni a fronte di 1.469 iscrizioni), dato che è invece risultata positiva la dinamica per le società di capitale (più 0,79%), per le società di persone (più 0,31%, in un panorama regionale e nazionale di contrazione per questa forma giuridica) e per le altre forme di società (più 0,82%).Il calo delle ditte individuali ha trascinato al ribasso anche le imprese artigiane, calate, sempre secondo i dati Movimprese, di 166 unità (meno 0,48%) a quota 34.130, un numero che conferma comunque Bergamo al quinto posto tra le province con il maggior numero di imprese artigiane, dietro Milano, Roma, Torino e Brescia (38.719) e davanti a Bari (33.362). Il calo delle imprese artigiane bergamasche è comunque inferiore alla media nazionale.Il rallentamento del dinamismo dell’anagrafe delle imprese è comunque un fenomeno che interessa tutta l’Italia, dove si registrano 21 mila imprese in meno tra gennaio e marzo, pari a un tasso di crescita negativo dello 0,36% (contro il meno 0,23% dello stesso periodo del 2007).A causare l’allargamento della forbice demografica, è stato in particolare il calo della natalità (130 mila imprese, contro le 142 mila dello stesso periodo del 2007). E a livello italiano va registrato che il saldo più pesante riguarda l’agricoltura (13 mila unità in meno) e il commercio (quasi 12 mila), oltre alle attività manifatturiere (4.500 in meno) mentre i saldi positivi si concentrano nei servizi alle imprese (oltre 3 mila imprese) e nelle costruzioni (poco meno di mille unità in più).(28/10/2008)

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