La Lombardia frena ma traina l’Italia

Rapporto Bankitalia 2007: crescita del Pil all’1,7%. E si prevede un rallentamento anche nel 2008

La locomotiva lombarda continua a trainare l’Italia, ma sta rallentando e il fiato corto, dal rapporto di Bankitalia sull’economia lombarda, si avverte se il confronto si allarga alle regioni più avanzate d’Europa: nel decennio 1996-2005 la produttività del lavoro ha accumulato un ritardo dell’8,8% e il vantaggio nel reddito pro capite è sceso dal 59,5% sopra la media della Ue a 27 nel 1996 al 36,5% nel 2005. Inoltre la spesa in ricerca e sviluppo (1,1% del Pil, in linea con la media italiana) è inferiore alla media Ue (1,8%).È comunque ancora crescita per il Pil lombardo, anche se dal più 2,3% del 2006 si è scesi al più 1,7% del 2007 (contro l’1,5% del dato nazionale) e gli indicatori qualitativi e la frenata della produzione industriale del primo trimestre indicano che la fase di debolezza ciclica proseguirà anche nel 2008. Tuttavia, nonostante le difficoltà che riflettono anche quelle dell’economia italiana, gli ultimi dati «suggeriscono che si sia raggiunto il punto minimo del ciclo e che qualcosa di positivo stia accadendo». Il direttore della sede di Milano di Bankitalia Salvatore Messina cita il «sentiment positivo tra gli imprenditori» e il fatto che «la spesa per investimenti reali è cresciuta del 6,4% nel 2007 mentre era diminuita nel 2006». Mentre per Salvatore Rossi, direttore centrale per la ricerca economica, «ci sono segnali che autorizzano a un sia pur cauto ottimismo, anche se per dire che c’è la svolta devono radicarsi di più».Secondo Banca d’Italia il rallentamento del 2007 ha interessato tutti i settori: limitata la crescita del valore aggiunto nell’industria (+1%) e nelle costruzioni (+0,9%), mentre un po’ meglio ha fatto il terziario (+2,3%). Flessione marcata delle opere pubbliche (-5,3% in valore nominale) anche se Expo 2015 dovrebbe garantire una ripresa. La crescita è stata sorretta dall’aumento dell’export (più 8,6% in termini nominali e più 3,4% in termini reali) che però non ha tenuto il passo con l’espansione del commercio mondiale. Rallenta anche l’andamento dell’occupazione, salita dello 0,8% contro l’1,9% del 2006.La Lombardia, pur in riduzione dalla fine degli anni Novanta, resta il principale polo di attrazione degli investimenti esteri diretti in Italia (il 40% del totale), ed è rimasta immune dalla crisi finanziaria con il credito bancario alle imprese cresciuto del 10,3% (più 12,5% nel 2006) e sofferenze scese allo 0,5% dei crediti di inizio periodo contro lo 0,6% del 2006. A fine 2007 i crediti inesigibili sul totale dei prestiti era l’1,7% (l’1,8% nel 2006). Difficoltà sul fronte degli incagli (+7,9%). Nota positiva sul fronte finanziario anche gli interventi di private equity, saliti nella regione tra 400 e 1.900 milioni di euro nel periodo 2003-2007. Per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo il 44% delle imprese regionali dispongono di un centro di ricerca interno e l’8% ne ha uno all’estero. Si tratta, per oltre il 50% dei casi, di piccoli centri in cui operano non più di 8 addetti. Buono il rapporto con l’Università, specialmente se paragonato al resto d’Italia: quasi un quarto delle imprese industriali lombarde nel triennio 2005-2007 è stato coinvolto in progetti con gli atenei, oltre il doppio del triennio precedente. Tuttavia la qualità del sistema scolastico regionale, ai primi posti in Italia, stenta a reggere il confronto con gli altri Paesi della Ue. Anche l’incidenza di diplomati e laureati è inferiore alla media dell’Ue (il 41 e il 12,3% della popolazione tra i 25 e i 64 anni contro il 46,7 e il 22,7%).(25/06/2008)

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