Legler, qualcosa si muove
Arriva Ferratex, nuovo azionista

Qualcosa si muove per la Legler: una nota della Regione Sardegna annuncia che il gruppo tessile non solo è stato ricapitalizzato, ma ha anche un nuovo azionista: la milanese Ferratex, del cui possibile interessamento a rilevare la società con stabilimenti a Ponte San Pietro e in Sardegna si era parlato già nelle scorse settimane. I contorni dell’operazione però sono ancora tutti da approfondire. Si tratterebbe infatti di una soluzione ponte per traghettare la società verso «un investitore del settore» e in ogni caso, a Bergamo come in Sardegna, i sindacati chiedono di capire di più del futuro complessivo di Legler per dare risposte certe ai lavoratori.
La Ferratex è una società di consulenza amministrativo-gestionale del gruppo Rausse, che farebbe riferimento all’avvocato di Milano Gian Pietro Rausse, che risultava essere il legale di Legler. Il nome Ferratex era entrato in scena a fine dicembre quando, dopo la chiusura dei termini per presentare manifestazioni d’interesse per rilevare il 100% di Legler, era emerso l’interessamento di questa società, di fronte al quale fra l’altro il socio privato Piltar aveva dato la sua approvazione.
Ieri la conferma del passaggio di mano. «Legler Spa è stata ricapitalizzata dalla società Ferratex con deliberazione di venerdì scorso», è la precisazione diffusa dall’assessorato all’Industria della Regione Sardegna. «Si è portato così a compimento - dice la nota - un percorso già auspicato nell’ultimo incontro tra Regione e organizzazioni sindacali. Il nuovo azionista, infatti, agisce in rappresentanza di un investitore del settore che sta valutando la possibilità di acquisizione degli stabilimenti sardi e di rilancio delle attività, dando quindi un forte segnale di interesse in tal senso».
Fin qui il comunicato della Regione Sardegna. Ricapitalizzazione e passaggio di mano sono quindi il risultato dell’assemblea dei soci che si è tenuta venerdì pomeriggio a Cagliari e si è protratta fino a tarda ora. Secondo quanto era emerso negli ultimi incontri in Sardegna fra sindacati e Regione, la ricapitalizzazione si rendeva necessaria a fronte di un capitale negativo di circa 12 milioni e chi avrebbe ricostituito il capitale si sarebbe trovato di fatto ad essere l’unico azionista.
Con l’operazione sostenuta da Ferratex uscirebbero quindi di scena sia la finanziaria della Regione Sardegna Sfirs, che era diventata azionista di riferimento con la ricapitalizzazione di fine maggio, sia il vecchio azionista privato Piltar. Ora si tratta di capire come evolverà la situazione sia sul piano industriale sia rispetto all’indagine avviata dall’Unione europea per verificare se gli interventi previsti dall’Italia per la ristrutturazione del gruppo tessile sono o meno aiuti di Stato. Gli interventi finiti sotto esame ammontano in tutto a 40,7 milioni divisi in 13 milioni come garanzia a lungo termine, 13,2 milioni come sussidio a fondo perduto e 14,5 milioni per la conversione in capitale del credito vantato da Sfirs verso Legler.
Sul piano industriale ci sono più di mille lavoratori coinvolti fra Bergamo e gli stabilimenti sardi di Macomer, Ottana e Siniscola, in cassa integrazione. A Ponte San Pietro lavorano un centinaio di dipendenti su 380 e la cassa straordinaria è in scadenza a fine marzo. Nell’assemblea di giovedì scorso, i lavoratori, che aspettano di sapere anche quando saranno pagati gli stipendi per chi ha lavorato a dicembre, si erano dati appuntamento a breve per valutare le decisioni che sarebbero state prese dall’assemblea dei soci.

(29/01/2008)

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