Linificio, le cessioni portano l’utile

Nel primo semestre la pressione competitiva dell’offerta cinese di filati, tessuti e confezionati di lino a prezzi bassi, che sta rendendo difficile l’esistenza anche alle tessiture passate all’utilizzo di filati cinesi, ha pesato pure sull’andamento del Linificio e Canapificio Nazionale. Il gruppo di Villa d’Almè, presieduto da Giancarlo Messaggi, ha difeso il livello dei prezzi dei filati a scapito delle quantità, subendo una contrazione di fatturato e di mix, parzialmente compensata dall’incremento del fatturato di tessuti che ha portato la diminuzione complessiva del fatturato nel primo semestre al 21,4 per cento, da 36,8 a 28,9 milioni di euro.

Il gruppo liniero ha mantenuto nel bilancio semestrale un risultato operativo positivo, ma di soli 161 mila euro, contro gli 1,15 milioni dello stesso periodo del 2006. È cresciuto invece l’utile netto a 3,54 milioni, contro i precedenti 674 mila euro, ma il «rosso» è stato scongiurato solo dalla plusvalenza di 3,59 milioni di euro derivante dalla cessione annunciata a giugno per 4,6 milioni di euro della Adda Energi Srl (nella quale era stata scorporata la centrale elettrica di Fara Gera d’Adda).

La situazione finanziaria al 30 giugno presenza una liquidità di 9,12 milioni di euro, rispetto ai 3,4 milioni di fine marzo, per effetto della operazione Adda Energi.
Riguardo all’intero esercizio la società conferma «le valutazioni negative sull’andamento del mercato nel 2007» dovute alla forza dell’euro sul dollaro (considerato che gli Stati Uniti sono il principale consumatore di prodotti linieri al mondo), all’esistenza di stock lungo tutta la filiera (con la Cina che ha acquistato dall’Unione europea e all’effetto moda che privilegia i tessuti misti. Secondo l’azienda la fase di riroganizzazione in atto è destinata a produrre i suoi effetti a partire dal prossimo esercizio.

(25/07/2007)