L’assemblea provinciale Coldiretti Mapelli: diventiamo forza sociale

L’assemblea provinciale ColdirettiMapelli: diventiamo forza sociale «Occorre essere produttori attenti non solo agli aspetti economici ma anche alle questioni sindacali: i coltivatori diretti devono diventare i portatori dei loro interessi, per evitare che siano altri a decidere, magari qualcuno che ha interessi opposti». Lo ha detto il presidente di Coldiretti Bergamo, Francesco Mapelli, nella sua relazione oggi all’assemblea provinciale dell’associazione che si è tenuta all’Una Hotel di via Borgo Palazzo.

«Per uscire dalla crisi – ha spiegato Mapelli – occorre un salto di qualità delle imprese agricole mettendo al bando l’individualismo. Dobbiamo diventare noi stessi una forza sociale, senza più delegare agli altri la soluzione dei nostri problemi».

Una relazione insomma soprattutto incentrata sul piano e sul futuro sindacale. Senza però dimenticare i problemi pratici ed economici

Mapelli ha parlato infatti anche delle politiche per il territorio, sostenendo che il mondo agricolo deve poter partecipare alle scelte, senza essere escluso.

E poi, ovviamente il prezzo del latte. «È importante - ha detto il presidente di Coldiretti - stabilire prezzi equi per i prodotti agricoli». Quello del latte per esempio non è ancora stato determinato e gli allevatori prendono ancora 620 lire al litro, come a fine anno, contro le 2.600 lire che si pagano nei supermercati. Una realtà che fa a pugni con quello che succede in Europa: gli allevatori italiani prendono il 27 per cento del prezzo finale, mentre negli altri Stati si arriva fino al 50 per cento.

Fra gli altri temi caldi la siccità, incombente e drammatica, i sempre maggiori spazi sottratti dall’urbanizzazione e le prospettive dell’allargamento ad Est dell’Unione europea, che porterà sempre più concorrenza.

Fra gli interventi, da segnalare quelli del prefetto Federico, degli assessori provinciali Pisoni e Sonzogni, dell’assessore comunale Antonello e dei consiglieri regionali Raimondi, Saffioti e Benigni.

(21/06/03)

Su L’Eco di Bergamo del 22 giugno 2003

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