Meccanica orobica in ripresa trainata dalle esportazioni

Segnali di ripresa per il settore metalmeccanico. Il trend negativo iniziato nel 2001 comincia a registrare un’inversione di tendenza e le proiezioni per il 2004 già mostrano una ripresa delle esportazioni, che sono tornate a rappresentare il 35,5% dell’export totale della provincia orobica: il 3,9% delle vendite oltre frontiera di prodotti metalmeccanici a livello nazionale.

I dati sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri pomeriggio nella sede dell’Unione degli industriali in via Camozzi, e durante la quale Massimo Calearo, neo-eletto presidente Federmeccanica (che è succeduto alla guida del settore metalmeccanico di Confindustria ad Alberto Bombassei divenuto vicepresidente di Confindustria con la nuova presidenza di Luca Cordero di Montezemolo) e Carlo Mazzoleni, presidente del gruppo metalmeccanici dell’Unione industriali, hanno anticipato i temi trattati successivamente nel corso del assemblea bergamasca del gruppo metalmeccanici. «Le aziende metalmeccaniche associate all’Unione - ha spiegato Mazzoleni - sono oltre 500, con quasi 38 mila dipendenti e un fatturato complessivo che nel 2002 si è attestato a circa 8 milioni di euro. Il settore è in ripresa ed è trainato soprattutto dalle esportazioni, ma anche la domanda interna si difende bene tanto che oggi il fatturato del settore vale il 22,5% del volume d’affari interamente generato in Bergamasca e il 2,6% del totale metalmeccanico in Italia. La siderurgia e la meccanica strumentale sono i settori che stanno dando i risultati migliori. Ora dobbiamo concentrarci sul fattore competitività e sul rinnovo del contratto nazionale del lavoro».

l tema del rinnovo contrattuale è stato affrontato da Calearo, che ha teso una mano al sindacato. «Vorremmo - ha commentato - muoverci in direzione di un rinnovo contrattuale che sia diverso dal passato, che tenga conto di due elementi fondamentali, una maggiore competitività dell’azienda e la collaborazione dei sindacati. Le imprese devono superare la fase congiunturale e iniziare a guadagnare, ma i sindacati devono essere aperti al dialogo: noi lo siamo. Per quanto riguarda la questione stipendi, la settimana prossima presenteremo uno studio nel quale si evidenzia come i salari siano cresciuti a dispetto dell’inflazione. Inoltre, i dati riguardanti Bergamo sono confortanti perché mostrano che le retribuzioni reali nel settore metalmeccanico sono superiori all’andamento dell’inflazione». Un dato confermato anche da Mazzoleni il quale ha sottolineato come «in Bergamasca non si può parlare di una perdita effettiva del potere di acquisto degli stipendi». E Mazzoleni ha anche espresso parere favorevole su una piattaforma unitaria che metta insieme le richieste delle tre organizzazioni sindacali di categoria. «Ma deve essere una piattaforma coerente, rispettosa delle regole e dei contenuti dell’accordo del ’93». Sull’argomento «contrattazione territoriale», sia Mazzoleni che Calearo hanno ribadito il proprio no: «Non è applicabile, il problema non sussiste perché non può esserci un terzo livello di contrattazione, inoltre non c’è sul territorio una omogeneità delle imprese. L’unico tipo di trattativa territoriale è quello aziendale. Il nostro motto - afferma Mazzoleni - è "concertazione territoriale sì, contrattazione territoriale no"».

(02/10/2004)

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