Rottura sul prezzo del latte lombardo

Nella riunione della cabina di regia regionale le posizioni di allevatori e industriali sono rimaste distanti. Domani riunione della Coldiretti a Sotto il Monte per decidere la mobilitazione

Secca rottura tra allevatori e industriali sul prezzo del latte. La Cabina di regia regionale che ieri si è riunita dopo un primo rinvio «tecnico» registrato a fine gennaio, non ha fatto altro che evidenziare l’assoluta lontananza delle posizioni tra chi il latte lo produce e chi lo trasforma. E l’accordo, lo ricordiamo, è ormai scaduto dal 31 dicembre scorso.

«Una posizione offensiva quella assunta dalla delegazione degli industriali - ha tuonato Francesco Mapelli, presidente della Coldiretti di Bergamo -: una posizione incomprensibile rispetto a quanto si registra oggi sul mercato e che ci obbliga a ragion veduta a scendere in piazza».

La trattativa si è arenata senza possibilità di disincaglio inducendo gli allevatori ad una brusca rottura: «Pensare di proporre 620 delle vecchie lire con una contrazione di 60 lire rispetto al prezzo di riferimento attuale, dodici mesi dopo un altro ritocco sostanzioso di 50-60 lire è assolutamente fuori da ogni schema logico - rincara Mapelli -. Il rischio vero è quello di affossare in modo definitivo la zootecnia italiana. Se si pensa poi che il prezzo spot pagato regolarmente dagli industriali per il latte proveniente dalle piazze estere è decisamente superiore alla proposta messa sul tavolo dagli stessi industriali per la nostra trattativa, beh è difficile capire come qualcuno voglia affrontare in una logica di filiera i problemi che il settore tutt’oggi evidenzia. Noi, come produttori, abbiamo dimostrato la volontà costruttiva di venire a capo dei problemi sedendoci e discutendo su temi importanti quali quelli del grana, del provolone e delle stesse quote latte: una posizione costruttiva che non ha trovato riscontro in questa delegazione industriale. Anzi, le premesse, a questo punto, è che con la stessa delegazione i rappresentanti dei produttori difficilmente torneranno a sedersi e discutere».

E così per gli allevatori lombardi di mucche da latte si prospetta un altro inverno di proteste. «Scenderemo in piazza e faremo sentire la nostra voce. L’invito è a tutti gli allevatori ai quali chiederemo di non sottoscrivere nessun accordo con gli industriali con prezzi inferiori a quelli previsti, almeno, nella scorsa stagione». E per prepararsi alla protesta, domani i rappresentanti delle federazioni provinciali della Coldiretti si ritroveranno per un vertice a Sotto il Monte: «L’occasione per fare il punto della situazione su tutta la vicenda legata al latte: dal prezzo alle quote».

Anche le altre organizzazioni si prepareranno a protestare contro il nuovo panorama che va delineandosi sul fronte latte. La Confagricoltura, lo ricordiamo, sarà in piazza a Milano l’11 febbraio, in occasione della fiaccolata a difesa dell’agricoltura lombarda e che, come sottolinea il presidente dell’Unione provinciale agricoltori, Renato Giavazzi, «ora assume un significato maggiore proprio sulla scia di come ieri sera si è sviluppata la trattativa sul prezzo del latte».

(Su L’Eco di Bergamo del 5 febbraio 2003

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