Sanità privata, presidio dei lavoratori
«Da 7 anni aspettiamo il contratto»

Cisl-Fp e Fp-Cgil hanno manifestato l’8 giugno fuori dall’Istituto Quarenghi. In provincia 2.500 addetti.

«Presidio riuscito: abbiamo manifestato e volantinato, distribuito materiale alle molte persone che sono passate e, con la nostra “autofonica”, irradiato messaggi e notizie sulle condizioni dei lavoratori della sanità privata, da 7 anni in attesa di rinnovare il proprio contratto nazionale». Gilberto Milesi, coordinatore della Rsu all’Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino, racconta così la mattinata di oggi, spesa a sensibilizzare l’opinione pubblica sullo «scippo del contratto».

«Il Quarenghi – dice Giulio Pennacchia, della Fp Cisl di Bergamo – avvia la stagione dei presidi e delle mobilitazione nella sanità privata. Altre strutture scenderanno in piazza nelle prossime settimane».

«Come è possibile – si chiede la Rsu della Quarenghi in un volantino - che gli istituti sanitari religiosi, che destinano parte dei loro profitti in opere caritatevoli, restino insensibili al fatto che stanno negando ai propri dipendenti gli adeguamenti salariali dal 7 anni? Come è possibile che gli istituti sanitari non religiosi, che conseguono profitto e si ergono a esempio di etica, efficienza e economicità di spesa nel rapporto concorrenziale con il servizio pubblico, si dimentichino da 2600 giorni dei propri lavoratori, negando loro il dovuto rinnovo contrattuale? La sanità privata costa meno di quella pubblica, principalmente perché non garantisce tutte le prestazioni del servizio pubblico, con una accentuata tendenza all’assunzione dei DRG più remunerativi. E poi, fatto non trascurabile, perché ha un costo del lavoro notevolmente più basso, legato a 7 anni di mancati rinnovi contrattuali. Organici ridotti, turni di lavoro massacranti, continui rientri in servizio e impossibilità di programmare la propria vita privata e persino di fruire delle ferie».

«Questa è la sanità privata accreditata che si erge a modello di dinamicità, efficacia, efficienza ed economicità rispetto al servizio pubblico – dice Gilberto Milesi, della Rsu per la Fp Cisl -. Peccato dimentichi i propri dipendenti, costretti dal 2007 a non vedere manco l’ombra di un adeguamento del salario, già più basso rispetto ai colleghi del pubblico. Tutto ciò avviene con il silenzio complice della Regione, che con le tasse dei cittadini rimborsa le prestazioni del privato accreditato, ricomprendendo anche gli adeguamenti che non finiscono nelle povere buste paga degli operatori, ma vengono incamerare nei virtuosi profitti. E quando si tratta di liquidare gli arretrati la virtuosa ed etica sanità privata ha sempre operato a colpi di “una tantum”, lucrando pure sul dovuto matematico ed inserendo stratagemmi restrittivi con il vorace intento di risparmiare su quando spettante».

Il presidio di questa mattina è servito anche per dare una rinfrescata alle bandiere che da 7 anni sventolano fuori dall’ingresso della struttura di San Pellegrino: nuovi vessilli, «a testimoniare una rinnovata forza nella lotta per i nostri diritti».

La Cisl porta anche un esempio. Un mese fa, presso la società San Donato di Osio Sotto è stato sottoscritto un accordo che riconosce ai lavoratori la «una tantum» che va dai 300 ai 700 euro, più acconti sui futuri miglioramenti economici pari a quelli dell’ultimo rinnovo contrattuale. San Donato è una società che gestisce ambulatori e servizi di assistenza domiciliare nel territorio della bassa e occupa oltre 50 persone. «L’accordo raggiunto da Fp Cisl e San Donato – spiega Giulio Pennacchia, della Fp Cisl - tende a riconoscere come obiettivo principale delle parti la valorizzazione delle risorse umane.Un esempio positivo che spicca tra i tanti piagnistei di datori di lavoro che accampano solo scuse per non rinnovare il contratto di lavoro agli incolpevoli lavoratori del settore. Speriamo che l’accordo sia esempio e funga da sprone per le altre direzioni aziendali. Il contratto Sanità Privata è scaduto da 7 anni. Basta scuse: devono dare ai lavoratori quanto spetta”.

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