Sanità privata, presidio per il contratto
«Dopo 14 anni manca ancora la firma»

Oltre un centinaio di lavoratori in piazza Vittorio Veneto per il rinnovo del contratto. Indetto uno sciopero per il 16 settembre.

Continua l’agitazione del personale della sanità privata anche in provincia di Bergamo. Oltre un centinaio di lavoratori, in rappresentanza di circa 3000 dipendenti delle strutture della provincia, si è data appuntamento lunedì 31 agosto in piazza Vittorio Veneto «per manifestare contro le “centrali” dei proprietari delle cliniche private che bloccano da 14 anni il rinnovo del contratto». «Una situazione inaccettabile», hanno scandito i manifestanti raccolti in piazza dalle categorie di Cgil, Cisl e Uil. «I Datori di lavoro ci hanno sbattuto in faccia di nuovo, per l’ennesima volta, la loro arroganza e la loro strafottenza, nel modo più sleale e più bieco che potessero utilizzare; tutto questo non si può facilmente dimenticare, tantomeno perdonare. Uno schiaffo. Uno per ognuno di noi. Si sono fatti investimenti solo strutturali, solo nei muri. Mai un ritocco agli organici, alle risorse umane, alla forza lavoro. Stiamo parlando di 3.000 lavoratori che ogni giorno prestano servizio nelle cliniche della provincia – dice Katia Dezio, della segreteria Cisl Fp –, spesso punti dell’eccellenza della sanità lombarda, grazie all’impegno comunque profuso dai dipendenti e grazie alle munifiche elargizioni regionali in base agli accreditamenti. Si sono creati utili, ma si sono fatti investimenti solo strutturali, solo nei muri. Mai un ritocco agli organici, alle risorse umane, alla forza lavoro». Dopo una lunga trattativa durata anni, sindacati e aziende avevano raggiunto un’intesa che avrebbe dovuto concretizzarsi entro fine giugno nella ratifica del nuovo contratto. Invece tutto si è fermato per l’opposizione di Aris e Aiop. Vista questa fase di stallo, i dipendenti della Sanità privata hanno indetto uno sciopero per mercoledì 16 settembre. «Noi siamo persone serie, con tanta dignità, e con un senso del dovere al di sopra di ogni misura. Si tratta del nostro futuro e del futuro di tutta la Sanità regionale e nazionale. Serve tutta la nostra forza – conclude Dezio – per far riconoscere a lor Signori che esiste una sola Sanità, retribuita allo stesso modo, con gli stessi diritti, oltre che agli stessi lavori e agli stessi requisiti».

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