Stato di agitazione a «Il Gigante»
È rottura sul contratto integrativo

È stato aperto lo stato di agitazione alla catena di supermercati Il Gigante. Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs della Lombardia lo hanno stabilito per le difficoltà incontrate con l’azienda in merito alla discussione del contratto integrativo.

La situazione, naturalmente, si ripercuoterà anche nelle strutture bergamasche del gruppo. Sono 3 i negozi a Bergamo: i superstore di Albino e Bottanuco e il supermercato cittadino di via Bono, che occupano in totale circa 180 lavoratori. «La trattativa sul contratto aziendale si è interrotta rapidamente perché le posizioni sono risultate troppo distanti – dice Alberto Citerio, segretario generale Fisascat di Bergamo. La volontà dell’azienda di ridurre in maniera drastica e generalizzata le attuali condizioni economiche e normative (ricordiamo, a titolo esemplificativo, la variabilizzazione del premio aziendale fisso, l’eliminazione dei ticket, il superamento dell’integrazione a carico azienda della malattia, l’abbattimento delle maggiorazioni per lavoro festivo effettuate nel mese di dicembre, una diversa regolamentazione delle pause, la previsione di una mobilità territoriale ed altro ancora) presenti nel contratto aziendale hanno di fatto reso impossibile il proseguimento del confronto».

I sindacati parlano di «rigidità aziendale e pretesa di voler indicare nella variabilizzazione di elementi fissi della retribuzione la condizione indispensabile per raggiungere il contenimento di costo prefissato. Di fronte a tale atteggiamento di chiusura anche le proposte da noi formulate per cercare di individuare un percorso utile al confronto hanno perso di significato. Non sappiamo adesso l’Azienda come intenderà procedere, ma riteniamo comunque grave ed inaccettabile quanto accaduto al tavolo lo scorso 18 settembre». Per questi motivi, dunque, è stato proclamato fin da subito lo stato di agitazione in tutte le filiali «Il Gigante» presenti sul territorio lombardo, e nelle prossime settimane saranno definite le iniziative di contrasto ritenute indispensabili, compreso lo sciopero.

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