Tessile, pronte le procedure per la cassa integrazione

Meno preoccupazioni per il tessile bergamasco. Dopo l’accordo raggiunto a Palazzo Chigi la scorsa settimana per sbloccare gli aiuti al settore, è il momento di avviare le procedure per richiedere la cassa integrazione straordinaria. Oggi in Provincia si è riunito l’Osservatorio Provinciale del Settore Tessile per rendere note le procedure da seguire per beneficiare del decreto Maroni. Presenti Cgil, Cisl e Uil, l’Unione degli Industriali, Apindustria, il Comitato Provinciale Unitario dell’Artigianato, la Camera di Commercio, l’Agenzia Regionale per il Lavoro, l’Upal, Unità Provinciale Politiche Attuative del Lavoro, la Provincia di Bergamo.

Il decreto salva tessile stanzia cinque milioni e 980mila euro a favore degli artigiani e delle imprese con meno di quindici dipendenti per coprire interventi di cassa integrazione straordinaria. Di questa cifra, una quota di 680mila euro sarà destinata alle industrie più grandi. Il provvedimento, che fa parte di un dispositivo più ampio che prevede una serie di azioni finalizzate al sostegno di settori in crisi in Emilia Romagna, Umbria e Puglia, era stato studiato ad hoc per le piccole imprese, le quali avevano risentito più pesantemente della crisi del settore, non avendo gli strumenti per superare i periodi di stasi del mercato. Successivamente la cassa integrazione straordinaria è stata concessa in deroga anche alle imprese industriali tessili con più di quindici dipendenti. Inizialmente le quattro industrie bergamasche erano la Trs Evolution di Almé (Gruppo Trussardi), la Feltrami Towelling in Val Seriana, la Filtecher di Palosco e la Franzoni con gli stabilimenti di Pognano, e Albano Sant’Alessandro. Per quest’ultima i ritardi hanno avuto ripercussioni più gravi, perché la direzione aziendale non ha voluto trattare la proroga degli interventi di cassa integrazione scaduti lo scorso 24 agosto in assenza del decreto, ed ha messo i propri dipendenti in mobilità. Sarà, invece, il Cotonificio Bottanuco a beneficiare del provvedimento di Maroni.

La cassa integrazione interesserà un massimo di mille e duecento lavoratori. L’iter prevede tre fasi: una richiesta da parte dell’azienda da far arrivare alla Provincia di Bergamo, all’Agenzia Regionale per il Lavoro, alla Direzione Generale Formazione, Istruzione e Lavoro della Regione Lombardia, alle organizzazioni sindacali ed, infine, alle associazioni di categoria. Dopo due settimane, l’amministrazione provinciale provvederà a convocare le parti che nel frattempo dovranno aver raggiunto un accordo sull’utilizzo della cassa integrazione. Infine, l’azienda comunicherà all’Inps gli estremi dell’accordo. La Provincia ha fissato la prima convocazione al 22 ottobre, le altre con cadenza bisettimanale fino al 30 aprile 2005, giorno in cui scadranno i termini per far ricorso alla cassa integrazione straordinaria.

(06/10/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA