Val Brembana, sindacati all’attacco
«Imprenditori, basta stare alla finestra»

Sabato manifestazione a Zogno dei sindacati. Con la procedura fallimentare della storica Mvb e la chiusura dello stabilimento di Zogno che lascia senza prospettive 310 persone (ad aprile 2015 per loro terminerà il sostegno della Cassa integrazione Straordinaria) arriva un altro duro colpo alla tenuta occupazionale della Valle Brembana.

Quarantamila abitanti in 38 comuni, 19 mila lavoratori, un tasso di occupazione al di sotto della media provinciale e disoccupati più che raddoppiati nell’arco di 5 anni. Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato sabato 15 novembre a Zogno una giornata di mobilitazione con un corteo (dalle ore 9, a partire dai cancelli della Mvb e di discussione e confronto a cui saranno invitati i lavoratori, gli amministratori locali e i politici. Ha già annunciato la propria presenza il presidente della Provincia, Matteo Rossi. Il corteo si snoderà per le vie della cittadina per poi confluire nella sala polivalente delle scuole medie.

Presentando l’iniziativa, Luigi Bresciani, segretario generale della Cgil di Bergamo, ha parlato dell’«l’incapacità imprenditoriale che ha vanificato gli sforzi fatti con contratti di solidarietà e ammortizzatori sociali» e dell’«ennesima chiusura di un’industria storica in una valle già duramente provata, nell’ambito di una provincia che prima della crisi registrava un tasso di disoccupazione del 2% e che oggi ha raggiunto una percentuale del 7,5-8%. I lavoratori non chiedono assistenza, ma prospettive e la possibilità di poter lavorare: su questo terreno noi ci vogliamo muovere. Ma in questa provincia non si può che restare delusi in fatto di capacità imprenditoriali: servono imprenditori disponibili ad investire, così da poter attivare tutte le reti utili possibili, da quelle con il Governo a quelle regionali. Abbiamo lanciato una richiesta di aiuto ai parlamentari bergamaschi e siamo convinti della necessità di un cambio di rotta della politica a livello nazionale: da politiche recessive è ora di passare a strategie di investimenti antirecessione».

Anche il segretario generale provinciale della Cisl, Ferdinando Piccinini, è intervenuto parlando di «un epilogo che si poteva evitare» in Mvb e puntando il dito contro le «realtà imprenditoriali che non possono più stare alla finestra in occasione di tutte le crisi che colpiscono la nostra provincia. All’iniziativa di sabato abbiamo invitato anche gli imprenditori per confrontarci su cosa occorra fare in questa valle. Lo stesso abbiamo fatto col mondo delle associazioni e delle parrocchie. Servono impegno e coesione sociale da parte di tutti. Sul versante delle politiche attive del lavoro si fa davvero ancora troppo poco. In questa vicenda della Mvb abbiamo invitato la Provincia a operare facendo tutto il possibile, vogliamo avviare una sperimentazione formativa e di ricollocazione che ha avuto un precedente con quanto è stato tentato nell’area di Treviglio. Nel frattempo i lavoratori Mvb sono ancora alle prese con arretrati nel pagamento di vecchie retribuzioni oltre che, come per molti lavoratori in tutto il Paese, ritardi inaccettabili (da 6 a 12 mesi) nella corresponsione degli ammortizzatori sociali».

Il segretario generale provinciale della Uil Marco Cicerone, ha ricordato come quasi 9 anni fa si trovasse proprio alla Mvb per «un Primo maggio in cui, col nuovo imprenditore alla guida di un’azienda che già mostrava gravi problemi, si pensava ancora di potercela fare. Così non è stato. Occorre che le eccellenze del settore tessile, presenti nella nostra provincia, non restino eccezioni e non restino tali all’interno dei soli confini aziendali, ma che ispirino nuove forme più avvedute di imprenditorialità. E se non si troveranno capacità adeguate, si guardi anche oltre confine».

Con la manifestazione di sabato Cgil, Cisl e Uil di Bergamo chiedono politiche attrattive per nuovi investimenti produttivi sulle aree industriali dismesse, con la priorità alla Mvb, l’attivazione delle reti per il lavoro, attraverso il finanziamento regionale, in modo da poter dare un punto di riferimento e un vero supporto alle persone in cerca di occupazione e ai lavoratori in cassa integrazione, interventi di formazione e riqualificazione seria e mirata ad effettivi sbocchi lavorativi con il coinvolgimento delle parti sociali e sostegno alle famiglie in particolari condizioni di marginalità sociale colpite dalla crisi del lavoro.

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