Vendemmia, calo dal 30 al 50%
L’annata 2014 non sarà da ricordare

Da ieri, sulle vigne bergamasche, dall’Adda all’Oglio, non c’è più un chicco d’uva. La raccolta delle uve rosse del Cabernet e del Moscato di Scanzo segna ogni anno la fine della vendemmia.

Vendemmia anticipata quest’anno di una dozzina di giorni almeno, per vari motivi: questo il primo dato che si rileva. «Non c’è dubbio – afferma il direttore del Consorzio Tutela Valcalepio, l’enologo Sergio Cantoni - che si tratti di una vendemmia assolutamente anomala rispetto alla tradizione. Le avverse condizioni climatiche dell’estate, intensamente piovosa e decisamente fredda, hanno fatto sì che l’uva andasse incontro a tutta una serie di problemi di cui solo ora, al termine della raccolta, siamo in grado di fare un bilancio completo».

Per poter portare le uve alla vendemmia, le aziende hanno dovuto aumentare il numero dei trattamenti anticrittogamici e operare attivamente in vigna con diradamenti e interventi sul verde, per favorire l’arieggiamento. Queste operazioni hanno comportato un aumento dei costi che si possono calcolare raddoppiati rispetto ad un’annata normale. Inoltre le tre grandinate che si sono abbattute sul territorio bergamasco hanno portato a problematiche legate alla crescita e al mantenimento dei grappoli.

«Da un punto di vista quantitativo - continua Cantoni - la produzione ha subìto un calo che, a seconda delle zone, va dal 30 al 50 per cento. In alcune zone, gli attacchi della Drosophila Suzuki, un parassita nuovo per i nostri vigneti e dannosissimo, hanno comportato perdite quantitative ingenti». Come saranno allora i vini del 2014? «Una annata certamente non superlativa, niente di storicamente notevole».

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