Il Moscato di Scanzo
è diventato Docg

Ha un solo difetto il Moscato di Scanzo Docg. Che è poco. Si produce su una superficie vitata che per ora è ferma a 30 ettari, tutti nel territorio di Scanzorosciate. I 22 soci imbottigliatori del Consorzio arrivano a malapena a mettere in commercio 60 mila bottiglie.

Ha un solo difetto il Moscato di Scanzo Docg. Che è poco. Si produce sulle prime colline a nord di Bergamo, su una superficie vitata che per ora è ferma a 30 ettari, tutti esclusivamente nel territorio del Comune di Scanzorosciate.

Il risultato è che i 22 soci imbottigliatori del Consorzio che li riunisce arrivano a malapena a mettere in commercio 60 mila bottiglie da mezzo litro di questo eccezionale vino rosso passito, ottenuto esclusivamente dalla vinificazione delle uve provenienti dall'omonimo vitigno autoctono (la previsione è comunque di arrivare a 90 mila bottiglie nel giro di tre anni).

Poco e quindi prezioso. «Una punta di diamante per la valorizzazione dell'intero territorio», ha sottolineato l'assessore provinciale al Turismo, Giorgio Bonassoli. Mercoledì 10 novembre è stata una giornata memorabile per questo prodotto di nicchia della Bergamasca.

Un convegno nazionale - cosa mai fatta prima per questo vino - ha festeggiato l'assegnazione del marchio Docg (Denominazione di origine controllata e garantita), l'unico dato a un vino in provincia di Bergamo, il quinto in Lombardia, un marchio che ha sancito il salto di qualità che sta facendo l'immagine del Moscato di Scanzo e, con il vino, anche il Consorzio dei produttori, dopo il rinnovo delle cariche al vertice.

Salendo alla Tribulina di Scanzo per poi scendere a Cenate Sopra (la sede del convegno era a Palazzo Maestri), giornalisti e ospiti venuti da fuori provincia ed anche da fuori regione hanno potuto ammirare i vigneti allineati e ben tenuti dove da secoli si produce il Moscato di Scanzo.

La giornata - dicevamo - è stata storica, perché si è chiuso un ciclo, quello del miglioramento della produzione e dell'ottenimento della Docg (per questi obiettivi raggiunti sono stati ringraziati con pergamena d'onore l'avvocato Paolo Bendinelli, presidente per 17 anni del Consorzio e l'architetto Corrado Fumagalli, storico sostenitore della associazione tra i produttori) e si è aperto, con il nuovo direttivo guidato da Giacomo De Toma, un nuovo ciclo che punta alla valorizzazione e alla pubblicizzazione del Moscato di Scanzo a livello nazionale e internazionale.

I qualificati interventi dei relatori e l'affollata conferenza stampa hanno per la prima volta decretato che questo vino ha tutte le carte in regola per assurgere a notorietà e considerazione che meritano i grandi vini nazionali e internazionali. A questa promozione del nome e del territorio si impegnerà il nuovo direttivo, animato da ottime intenzioni. Già al prossimo Vinitaly di Verona il Consorzio si presenterà in forze e con una visibilità ben più ampia rispetto al passato.
Roberto Vitali

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