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Mercoledì 03 Luglio 2013
Caso Moro, i dubbi fan bene
Franco Cattaneo
Trentacinque anni dopo, il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro continuano a far discutere. L'ultimo giallo è la tardiva testimonianza di due artificieri che trovarono il corpo dello statista Dc, sulla Renault 4 in via Caetani, alle 11 del mattino del 9 maggio 1978.
Trentacinque anni dopo, il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro continuano a far discutere. L'ultimo giallo è la tardiva testimonianza di due artificieri che trovarono il corpo dello statista Dc, sulla Renault 4 in via Caetani, alle 11 del mattino del 9 maggio 1978, sopralluogo con il ministro dell'Interno Cossiga presente. Il che contraddice la versione ufficiale, in quanto, in base alle ultime rivelazioni, le istituzioni avrebbero saputo del tragico epilogo almeno un'ora prima della chiamata brigatista.
Il terreno è scivoloso e ha sollecitato Pierluigi Battista a prendersela, sul «Corriere della Sera», con la retorica del mistero che allontana la verità. Se ne può discutere, tanto più che Miguel Gotor, lo storico che ha indagato il «processo» dei terroristi al presidente della Dc, su «Repubblica» ha definito «importanti» le affermazioni degli artificieri.
Ora è palese che Cossiga non può replicare perché è morto, ma è la retorica del mistero che allontana la verità o è il mistero irrisolto nelle sue zone più opache il responsabile? Le dinamiche della morte di Moro costituiscono la fase più oscura, ancora non sappiamo chi del commando ha esploso il colpo fatale in chiusura di quei 55 giorni che hanno cambiato l'Italia, ed è opinione diffusa che le dichiarazioni dei terroristi nei vari processi siano state sì veritiere ma omissive: non è stato raccontato tutto.
Dalla strage di piazza Fontana (1969) i misteri d'Italia hanno insegnato che la verità giudiziaria non necessariamente coincide con la verità storica. Lo ricordiamo non per amor di complotto, ma per omaggio al dubbio.
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