Da Pollock alla stampa 3D, grazie all’Intelligenza Artificiale

Da Jackson Pollock alla stampa 3D il passo è più breve di quanto si potrebbe pensare: grazie all’Intelligenza Artificiale, una ricerca guidata dall’Università americana di Harvard ha messo a punto una tecnica che sfrutta quella usata dall’artista, maestro nel dipingere lasciando gocciolare o facendo schizzare il colore sulla tela, per stampare oggetti complessi in modo più veloce ed accurato. Il risultato, pubblicato sulla rivista Soft Matter, ha permesso di realizzare una serie di forme difficili, dipingendo come Pollock e persino decorando un biscotto con sciroppo di cioccolato.

La stampa 3D ha rivoluzionato molti settori della produzione, ma si tratta ancora di un processo molto lento. Uno dei problemi sta nel fatto che gli inchiostri liquidi utilizzati devono obbedire alle leggi della fisica: in poche parole, quando cadono dall’alto, diventa difficile controllarli poiché tendono a ripiegarsi e arrotolarsi su sé stessi, come il miele versato su una fetta di pane. Per questo motivo, la maggior parte delle tecniche di stampa 3D posiziona l’ugello dal quale esce l’inchiostro a pochi millimetri dalla superficie, evitando il problema.

Ma i ricercatori guidati da Gaurav Chaudhary volevano trovare un modo per usare la fisica a proprio vantaggio invece di aggirarla. “L’approccio di Pollock di lanciare vernice dall’alto significava che anche se la sua mano si muoveva lungo una traiettoria specifica, la vernice non seguiva quella traiettoria a causa dell’accelerazione impressa dalla gravità – spiega Chaudhary – quindi un piccolo movimento poteva provocare grandi schizzi di vernice”. Per controllare il metodo, gli autori dello studio si sono rivolti ad un algoritmo di apprendimento automatico basato sull’IA, che permette di imparare dai propri errori e diventare sempre più accurato ad ogni tentativo.

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