Grande brillamento sul Sole, comunicazioni in tilt in Asia e Pacifico

E' stato ripreso dalla sonda Sdo (Solar Dynamics Observatory) della Nasa il forte brillamento solare che il 28 marzo ha mandato in tilt per un'ora le comunicazioni radio  nell'area del Sud-est asiatico, in Australia e Nuova Zelanda. L'evento, che lascia prevedere maltempo spaziale nei prossimi giorni, è stato classificato come un brillamento di classe X, la più potente delle cinque in cui vengono classificati questi fenomeni: è stato il settimo del genere in questa prima parte dell'anno, un chiaro segnale della progressiva intensificazione dell'attività solare, considerato che sette eventi simili si sono verificati in tutto il 2022.



La macchia solare da cui si è originato il brillamento dei giorni scorsi ha prodotto anche altri tre brillamenti più modesti. Gli esperti di meteo spaziale del Met Office britannico giudicano l'attività solare elevata e ritengono probabili altri brillamenti nei prossimi giorni. Queste esplosioni di radiazioni elettromagnetiche che viaggiano alla velocità della luce potrebbero essere accompagnate da eruzioni solari (Cme), ovvero emissioni di particelle cariche dallo strato più esterno dell'atmosfera solare, la corona. A differenza dei brillamenti, i cui effetti si manifestano nel giro di pochi minuti sulla Terra ma svaniscono rapidamente, le eruzioni impiegano giorni per raggiungere il nostro Pianeta. Le particelle cariche possono penetrare nell'atmosfera e scatenare tempeste geomagnetiche che producono splendide aurore, ma possono anche interferire con le reti elettriche e danneggiare i satelliti in orbita.

Nell'attesa di capire se questo scenario si concretizzerà, le previsioni indicano forte vento solare in arrivo: i primi flussi di particelle cariche sono già partiti da due grossi buchi che si sono formati sulla corona solare e nei prossimi giorni potrebbero causare tempeste geomagnetiche di debole intensità.

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