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Giovedì 14 Novembre 2024
Legal tech e privacy engineer, ecco i nuovi lavori che nascono dall'IA
 Dal '   legal tech  ' al '   privacy engineer  ', la diffusione dell'   Intelligenza Artificiale  è destinata a lasciare un segno nel   mondo del lavoro  , con una   trasformazione diffusa delle competenze  che porterà all'emergere di   nuove figure professionali  . L'   impatto maggiore  non investirà i lavori manuali, colpiti dall'avvento della robotica e dell'automazione, bensì quelli che richiedono   competenze intellettuali e comunicative  . È il quadro tratteggiato dal Rapporto dell'Associazione Italiana per la Ricerca Industriale presentato a Roma, nell'ambito della Giornata per l'Innovazione Industriale. 
   Più della metà degli italiani  ,   priva delle competenze digitali  adeguate,   non  è però   pronta  a questo   cambiamento  , che il governo italiano intende accompagnare grazie alla   Strategia Italiana per l'Intelligenza Artificiale 2024-26  : il piano prevede di mobilitare   4 miliardi di euro  tra   investimenti pubblici e privati  , per incentivare sviluppi e applicazioni innovative. 
 
 "L'impatto della scienza e della tecnologia nella nostra vita è sempre più complesso, ma la ricerca e l'innovazione sono un motore di sviluppo per tutto il Paese", afferma Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca. 
 "L'Intelligenza Artificiale sta trasformando il panorama produttivo delle imprese italiane", aggiunge Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy: "Servono agevolazioni e rafforzamento delle competenze per creare una   nuova forza lavoro  capace di   trainare la trasformazione digitale  ". Diana Bracco, presidente e amministratore delegato del Gruppo Bracco, sottolinea la necessità di un   aumento delle risorse  disponibili: "   la ricerca e l'innovazione si fanno con risorse economiche adeguate  , con   tempi sicuri  ed   efficienza nella gestione  ". 
 
 Il settore della   ricerca  e dell'   innovazione  sarà uno di quelli   maggiormente coinvolti  dall'avvento delle   nuove professioni  . Tra queste, ad esempio, il cosiddetto '   IA ethicist  ', che si occuperà di valutare e garantire l'etica, la legalità e la responsabilità dei contenuti generati dall'IA, o il '   manager di infrastrutture IT  ', che dovrà gestire in maniera integrata reti di comunicazione e risorse di calcolo. Emergerà anche la figura dello '   IA developer  ', il professionista che si occuperà di progettare e sviluppare gli algoritmi e i sistemi alla base dell'IA, il '   consulente legal tech  ', avvocato specializzato nel diritto delle nuove tecnologie, e il '   privacy engineer  ', per progettare e implementare soluzioni tecnologiche rispettose delle norme sulla privacy. 
 
 L'   Europa  , come evidenzia il rapporto dell'Airi, si trova però in una   posizione di forte svantaggio  , con l'   Italia  che purtroppo occupa spesso quella del   fanalino di coda  . È il caso delle   startup attive nel campo dell'IA  : il nostro Paese vede appena   0,68 startup per milione di abitanti  , a fronte di valori di   1,99  e   2,05  rispettivamente per   Germania  e   Francia  . I numeri evidenziano la   necessità di forti investimenti  , nonostante il panorama delle startup italiane che lavorano con l'IA stia già attraversando una   fase di rapida evoluzione  . 
 
 L'   Italia  resta   ultima in Europa  anche per quanto riguarda il   numero di laureati nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione  , le cosiddette Ict: tale   mancanza di competenze  rappresenta uno dei motivi principali per la   scarsa implementazione dell'IA  nelle   imprese  e nelle   amministrazioni pubbliche.  
Secondo il rapporto dell'Airi, per colmare tale divario bisogna partire dall' offerta formativa delle università e dal costante aggiornamento delle competenze all'interno delle aziende . Le iniziative che già coinvolgono da qualche anno diversi atenei non sono ancora sufficienti: per questo sarà necessario un piano straordinario di assunzioni per università , enti di ricerca e imprese . Senza tralasciare l'importanza del giusto mix tra 'open source' e 'closed source': Airi sostiene, infatti, che ciò consentirà di trovare la giusta via di mezzo tra accessibilità a dati e strumenti e salvaguardia del ritorno economico degli investimenti fatti.
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