L'Istituto Italiano di Tecnologia mette il turbo ai dati

L’Istituto Italiano di Tecnologia ha messo il turbo all’enorme quantità di dati prodotta dalle sue attività di ricerca: in collaborazione con Ibm ed E4 Computer Engineering, ha raddoppiato la capacità di gestione e immagazzinamento e ha quadruplicato le sue infrastrutture digitali, che ora sono in grado di archiviare fino a 10 milioni di gigabyte. Ha ricevuto un potenziamento anche il supercomputer Franklin, progettato e realizzato da E4: ora è in grado di eseguire più di 2 milioni di miliardi di operazioni al secondo. Questo miglioramento velocizzerà, grazie a supercalcolo e Intelligenza Artificiale, i 300 progetti di ricerca attivi e contribuirà alla transizione digitale del Paese.

Le attività sperimentali oggi producono enormi quantità di dati, che devono essere resi disponibili, quando possibile, a tutta la comunità scientifica e riutilizzabili in qualsiasi momento, rispettando requisiti di trasparenza e sicurezza di alto livello. Ecco perché l’Iit ha voluto dotarsi di un sistema di immagazzinamento all’avanguardia, che suddivide i dati su macchine distribuite in 14 installazioni su tutto il territorio nazionale. Tale infrastruttura non solo supporterà tutte le aree di ricerca, dalla robotica alla scienza dei materiali, ma offrirà anche la possibilità di raccogliere, classificare e tracciare ogni singolo dato per il suo utilizzo anche futuro, rappresentando così un patrimonio unico e trasversale per il sistema ricerca dell’Italia.

“L’istituto compie un salto in avanti nella gestione del dato digitale, che rappresenta uno degli elementi più importanti nell’attività di produzione scientifica”, commenta Stefano Bencetti, direttore per la Tecnologia di informazione e comunicazione dell’Iit. “Tra gli obiettivi è prevista una spinta nella gestione del dato in logica Open Science, ed un uso allargato di algoritmi di AI nell’analisi dei dati – conclude Bencetti – che porterà evoluzioni nella modalità con la quale alcune ricerche vengono realizzate”.

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