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Mercoledì 06 Novembre 2024
Un materiale green per assorbire gli inquinanti ambientali
 Sviluppato un nuovo   materiale ecosostenibile  che potrebbe essere usato per   assorbire inquinanti dispersi nell’ambiente  . Il risultato,   pubblicato  sulla rivista Crystal Growth and Design, è stato ottenuto dal gruppo di ricerca guidato da Mauro Gemmi al Center for Materials Interfaces dell’Istituto italiano di tecnologia a Pontedera (Pisa). 
 
 Il nuovo materiale 'green' appartiene alla famiglia dei   composti metallorganici  (Metal-Organic Framework, Mof),   materiali cristallini porosi  con una   struttura simile a un’impalcatura di travi  il cui   spazio interno  può essere sfruttato per   immagazzinare gas  come idrogeno e metano o per   assorbire impurità  . 
 
 I Mof sono costituiti da   molecole organiche che collegano nodi metallici  . Il team di Gemmi ne ha ottenuto uno nuovo unendo   atomi di rame con ponti di acido protocatecuico  , un   composto che si trova in diverse piante commestibili come le cipolle, il riso e l’uva spina  . Il nuovo Mof è stato sintetizzato ricorrendo alla   meccanochimica  , una procedura che   unisce reagenti in un miscelatore  senza aggiungere alcun solvente aggressivo. L’effetto è quello di generare   cristalli molto piccoli  (inferiori al millesimo di millimetro) che normalmente non possono essere studiati per determinarne la struttura cristallina. 
 
 “La nostra expertise in   cristallografia elettronica  è stata fondamentale per potere studiare i nuovi materiali”, commenta Gemmi. “Attraverso la diffrazione elettronica in 3D, nella quale si usa un microscopio elettronico a trasmissione, abbiamo potuto studiare il modo in cui un minuscolo fascio di elettroni viene diffuso da questi nanoscopici, invisibili cristalli, determinando così come gli atomi sono disposti nelle diverse strutture tridimensionali”. 
 
 Lo studio è stato condotto nell'ambito del   progetto europeo NanED  , che mira a sviluppare applicazioni della tecnica di diffrazione elettronica 3D in diversi campi (dalla chimica dello stato solido alla chimica organica, dalla cristallografia delle proteine alla nanoelettronica) formando nuovi ricercatori. Questa tecnica è particolarmente utile perché, ad oggi, è l'unica in grado di fornire dati sulla struttura cristallina (cioè la disposizione atomica) dei nanocristalli.
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