Il prosecco dei deputati

di Giorgio Gandola
Larghe intese, larghissime complicità. Il governo si dirige a passo lento verso l'inverno e l'italiano medio continua a chiedersi: dov'è la rivoluzione annunciata?

di Giorgio Gandola
Larghe intese, larghissime complicità. Il governo si dirige a passo lento verso l'inverno e l'italiano medio continua a chiedersi: dov'è la rivoluzione annunciata? In attesa di sapere se dovremo pagare la Tasi o la Trisi al posto della Tares per integrare l'Imu (e dietro la filastrocca c'è una stangata), proviamo a concentrarci un attimo sulle spese dei nostri rappresentanti politici, di qualsivoglia colore, che abitano la Camera dei deputati.

Esattamente come sta accadendo alla Regione Lombardia, sono aumentate. Il confronto fra il primo semestre dell'era Boldrini con l'ultimo dell'era Fini è preoccupante: si è passati da una spesa di 105,8 milioni a 109,8. Quattro milioni secchi in più. Anzi prosecchi, perchè una puntigliosa indagine di «Libero» ha scoperto che una parte della differenza deriva da cibi e vini. Insomma, i deputati di questa legislatura mangiano per 2,5 milioni in più rispetto ai colleghi del recente passato.

Sono scomparse le spese di check up al policlinico Gemelli (da 435mila a zero) e di acquisti di mobili Poltrona Frau (da 79mila a 32 mila), ma sono aumentate quelle per i fotografi (da 181mila a 210mila), per la benzina (da 15mila a 45mila) e le letture dell'Economist (da 10mila a 16mila euro). Questo per dare un'idea del mondo surreale nel quale continuano a vivere i nostri politici.

Quanto all'Economist, l'incremento di lettori è del tutto ingiustificato perchè i consigli del colosso anglosassone dell'informazione (tagli e poi ancora tagli alla spesa pubblica) sono finora passati del tutto inosservati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA