Signor Rossi, difendici tu

Caro cliente, hai investito da noi a capitale garantito? Se sì, meriti un premio: disinvesti e passa alle obbligazioni subordinate, una promozione per i nostri clienti più affezionati. Ma fai in fretta perché, come tutte le offerte, anche questa è a scadenza. Firmato Banca Etruria.

L’unica cosa non a scadenza era la fregatura mondiale. Abbiamo voluto tradurre in termini chiarissimi la proposta dell’istituto di credito fallito per far comprendere quanto doloso fosse l’atteggiamento di chi si accingeva a far firmare qualcosa che somigliava a una condanna con l’abilità dissimulata di un esperto nel gioco delle tre carte. È ciò che stanno rivelando le indagini della Guardia di finanza attorno a una delle peggiori vicende bancarie nella recente storia italiana. Non solo c’era chi, dentro una cabina di regia (come la chiamano i pm della procura di Arezzo), aveva prescritto il collocamento delle obbligazioni subordinate in modo «granulare», vale a dire anche a quelle persone senza una cultura finanziaria adeguata alla pericolosità dell’investimento. Ma c’era anche chi si occupava di indurre il malcapitato a togliere il suo gruzzolo da un investimento sicuro per indirizzarlo verso il baratro finanziario. Queste novità, emerse dalle 400 denunce e dalle dichiarazioni allegate, illuminano con luce luciferina comportamenti che lasciano esterrefatti. Così, mentre gli organismi di controllo (prima Bankitalia e poi Consob) si sfilano da ogni responsabilità, scopriamo che l’inchiesta per appurare i nomi dei malandrini è coordinata dal procuratore Roberto Rossi. Mai cognome fu più azzeccato: un signor Rossi per il quale ogni cittadino italiano ha il diritto di fare il tifo.

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