Maggiolino, torna
un classico

Ha fatto la storia dell'automobile, è stata l'auto della Beat Generation ma è senza età e confini. Questo must delle quattroruote, ora che sta per arrivare anche in Italia la sua terza generazione, si chiama e si chiamerà ancora Maggiolino.

Ha fatto la storia dell'automobile, prima di lasciare lo scettro - come volumi di vendite - alla Golf. Ha divertito grandi e piccini al cinema entrando «tutto matto» nel mondo incantato di Wal Disney, è stata l'auto della Beat Generation ma è senza età e confini. Non per niente, dagli anni Cinquanta, quando fu progettata dal signor Porsche, ad oggi, ha venduto in tutto il mondo 21 milioni di unità. Questo must delle quattroruote, ora che sta per arrivare anche in Italia la sua terza generazione, si chiama e si chiamerà ancora Maggiolino (Beetle in altri Paesi europei), un «nuovo originale» di un classico che guarda avanti ma che non tradisce nulla della sua storia, rimanendo sempre fedele a se stesso.

Intramontabile come la bottiglietta della Coca Cola, l'iPhone, gli occhiali da sole Ray Ban Aviator, la macchina fotografica Leica L9. Ma non tutto è così semplice e per ridisegnare il Maggiolino n.3 i manager e i designer della casa automobilistica tedesca hanno, prima, dovuto rispondere a questa domanda: «Come è possibile delineare una nuova interpretazione di un linea così nota e indipendente?». «Innanzitutto è importante capire a fondo il prodotto e la marca», ha risposto il responsabile del design del Gruppo Volkswagen, Walter de Silva, che poi si è posto un unico obiettivo: «Sviluppare una nuova evoluzione del design originale».

E così, a Wolfsburg, è andato in porto il progetto finale del Maggiolino 2011-2012. Certo le novità non mancano: con 1.808 mm di larghezza (più 84 mm), 1.486 mm di altezza (-12 mm) e 4.278 mm di lunghezza (+152 mm), la nuova vettura ha cambiato proporzioni. La maggiore lunghezza, oltre a portare la capienza del bagagliaio sino a 905 litri, ha permesso alle linee del tetto di tendersi ulteriormente, mentre il parabrezza risulta arretrato e il posteriore ha il profilo originario segnato dal nuovo montante (questo sì un tocco «rivoluzionario» rispetto alle versioni che conoscevamo già). Inoltre, è stato incrementato il passo, allargandone le carreggiate ma mantenendo quasi inalterato il frontale e così il Maggiolino è ancora più «seduto» a terra con i suoi muscolosi parafanghi e una linea più sportiva, ma sempre unica e forse ancora più bella da vedere (soprattutto di fianco). Si torna alle origini, senza cedimenti retrò, anche negli interni, resi ancora più confortevoli per far viaggiare comodamente quattro persone.

La nuova versione presenta, infatti, un cassetto portaoggetti con sportellino apribile verso l'alto, posto davanti al passeggero e «a filo» con la plancia. Il normale cassetto portaoggetti, integrato nella parte inferiore della plancia, si apre, invece, verso il basso. Altro tocco classico? Gli strumenti supplementari, disponibili a richiesta e posti sopra il sistema audio (Fender) e di navigazione. Questa strumentazione indica la temperatura dell'olio, la velocità e la pressione di sovralimentazione. Certo, è tutta nuova la tecnologia che «spinge» il Maggiolino. I motori di ultima generazione riducono l'impatto sull'ambiente e sul portafoglio. Al lancio in Italia, il 19-20 novembre prossimi, saranno disponibili il 1.2 a benzina da 105 cv con cambio manuale e il 2.0 benzina da 200 cv con cambio Dsg. Il motore per l'Europa più «green» - il Tdi 1.6 da 105 cv- consuma 4,3 litri di gasolio per percorrere 100 chilometri (arriverà successivamente nelle concessionarie del Belpaese). I prezzi per l'Italia sono già stabiliti: 19.700 euro per la versione 1.2 Tsi da 105 cv nell'allestimento Design e 28.050 euro per la 2.0 Tsi 200 Cv Dsg nell'allestimento Sport. Per il lancio sul mercato Ue e Usa, la Volkswagen propone anche due versioni particolarmente stilizzate: la Black Turbo e la White Turbo.

Daniele Vaninetti

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