Flotte aziendali
Arval fa il punto

Fiscalità, mobilità integrata e telematica «guidano» il 2013 delle flotte aziendali italiane, un 2013 che registra alcuni primi segnali di positività. A evidenziarlo sono le oltre 300 interviste condotte nel primo trimestre di quest'anno.

Fiscalità, mobilità integrata e telematica «guidano» il 2013 delle flotte aziendali italiane, un 2013 che registra alcuni primi segnali di positività. A evidenziarlo sono le oltre 300 interviste condotte nel primo trimestre di quest'anno dal Corporate vehicle observatory di Arval, società del Gruppo Bnp Paribas leader nel mercato del noleggio a lungo termine e della gestione flotte aziendali attiva in 39 Paesi nel mondo.

Arval, contestualmente alla sua ricerca internazionale svolta in 16 Paesi, ha sentito i manager e i decision makers di una selezione di aziende rappresentative del tessuto imprenditoriale nazionale. Interrogate sull'evoluzione potenziale della loro flotta nei prossimi tre anni, le aziende hanno mostrato una certa «apertura»: circa il 30% delle grandi aziende dichiara che il numero dei veicoli in flotta aumenterà.

Contestualmente continua il trend di aumento della durata contrattuale media, sia per le auto (durata media oltre i 40 mesi), sia per i veicoli commerciali, (durata media oltre i 50 mesi). Le durate contrattuali rispetto al 2007, anno ante crisi, sono aumentate di circa il 10% per quel che riguarda le auto e di ben il 25% per i veicoli commerciali.

Il trattamento fiscale delle auto aziendali diventa uno dei principali criteri adottati dalle grandi aziende per la composizione della loro flotta. Il 39% delle grandi aziende del campione della ricerca, infatti, lo considera un parametro addirittura più importante del prezzo d'acquisto del veicolo (indicato dal 27%) o del costo totale di utilizzo (Tco).

L'importanza della dimensione fiscale per le aziende è confermata anche dal fatto che al primo posto tra i servizi innovativi già implementati le aziende di tutte le dimensioni indicano la reportistica sulla flotta ai fini contabili e fiscali (scelta dal 78% delle grandi aziende). Allo stesso modo la consulenza sulla normativa fiscale è considerata uno dei servizi strategici sempre più richiesti.

Il Barometro 2013, che sintetizza i dati salienti della ricerca, evidenzia inoltre come il fleet manager si stia evolvendo sempre di più verso la figura di mobility manager, un'unica figura professionale per la gestione della flotta e dei viaggi d'affari presente già nel 65% delle aziende con più di 100 dipendenti e nel 75% delle aziende con più di 1.000 dipendenti.

Di pari passo alla figura del mobility manager emerge la presenza del «mobility plan», previsto già da oltre il 50% delle grandi e grandissime aziende. Praticamente siamo di fronte ad un vero e proprio piano di gestione e sviluppo del parco auto. Poco sviluppato ancora è, invece, l'utilizzo della telematica come strumento di miglioramento della sicurezza dei drivers (i guidatori, ndr).

«Questa ricerca di mercato condotta a livello internazionale - dice Andrea Solari, direttore del Corporate vehicle observatory di Arval Italia - riconferma il nostro forte impegno nella divulgazione di dati ed analisi sulla continua evoluzione del mercato, a supporto dei processi di decisione strategica delle aziende».

Per Gian Primo Quagliano, presidente di Econometrica e del Centro Studi Promotor «la ricerca ha dimostrato che sta crescendo l'interesse delle aziende per una gestione integrata delle tre aree della mobilità aziendale: viaggi d'affari, spostamenti casa-lavoro e utilizzazione della flotta di autoveicoli. Emerge che il 33% delle aziende sono già strutturate per una gestione integrata e il 31% è intenzionata ad adottare un modello di questo tipo entro tre anni».

Pier Luigi Del Viscovo, docente di Sistemi di distribuzione presso l'Università Luiss di Roma, affronta un'altra tematica correlata: «La Company car diventa sempre più "personal", vale a dire perde la sua dimensione esclusiva di strumento professionale per incontrare le esigenze dei driver e abbracciare le tematiche relative alla sicurezza. La sfida è comprendere quali attenzioni le aziende vogliono dare a questo fenomeno emergente e quali aspettative ripongono nell'offerta dei gestori di flotte e più in generale dei loro fornitori di mobilità».

Commentando un'altra ricerca sulla qualità del servizio, Grégoire Chové, direttore generale di Arval Italia, ha concluso: «Pur in uno scenario di mercato complesso come quello attuale, la centralità dei clienti e l'ascolto puntuale delle loro esigenze alla base delle strategie di Arval è il presupposto fondamentale per fornire nella gestione quotidiana della mobilità un servizio di eccellenza».

Daniele Vaninetti

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